Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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nulla di nuovo pure, sa, in simili fatti di fisica sperimen­
tale
, scoprire il Patrizio, benchè nell'Opera sua che egli fastosamente
intitola
Nova de universis Philosophia si faccia architettore di quat­
tro
nuovi mondi.
A più umile prosa scende il filosofo dalmata in
un
suo libro, che egli intitola Della rettorica degli antichi, stam­
pato
in Venezia nel 1562. Se nella Nuova Filosofia l'autore imita
Platone
nell'altezza delle speculazioni, in questo libro della Retto­
rica
lo imita in quella sua graziosa e facile maniera di presentar
la
scienza sotto forma di apologhi, fra'quali apologhi è principal­
mente
notabile quello che il Patrizio finge essere stato da un abis­
sino
raccontato al conte Baldassarre Castiglione.
In quel romanzo
dunque
dell'abissino, che non può non far tornare alla memoria
quell
'Eve armeno, il quale, nel X libro dello Stato di Platone, ri­
suscitato
da morte, racconta ai vivi i destini da veduti delle anime
umane
; in quel romanzo si dice come la Terra fu un tempo così
rarefatta
e spugnosa, che per la grande ampiezza del suo volume
confinava
quasi col cielo.
Gli uomini abitavano a principio nella
cavità
di quella spugna, come in nidi beati, ma, essendosi poi in­
superbiti
, e osando levar la fronte orgogliosa contro gli Dei, Giove
di
sopra coi fulmini e Plutone di sotto coi terremoti, incomincia­
rono
a scuotere orribilmente la Terra, la quale ricadde tutta nelle
proprie
caverne, e rientrò in stessa, dando così occasione al for­
marsi
dei monti e delle valli, de'laghi di acqua dolce e dei mari.

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