Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d' alzar acque da' lvoghi bassi : Per adacquar terreni. Per leuar l' acque sorgenti, & piouute dalle ca[m]pagne, che non possono naturalmente dare loro il decorso. Per mandare l' acqua da bere alle Città, che n' hannobisogno, & per altri simili vsi. ; Opera non piu stampata

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              medeſimo; & che ſempre la miſura della forza ſi piglia dal punto
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              in cul ſi troua il motore, al punto, che per linea retta uà al centro
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              del peſo: ne piu, ne meno come ſe il uette fuſſe tutto retto dal cen­
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              tro ſino a quel punto, & come ſe ſi moueſſe col peſo naturale uerſo
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              il centro del mondo. </s>
              <s>Oltra di queſto, il douer uuole, che ſe il uette
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              per una par te di lui s'allontana dal centro del peſo (queſta è ragio
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              ne, che conuince del tutto) & per l'altra s'auicina, tanto perda di
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              forza per la parte, che s'auicina, quanto n'acquiſta per quella,
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              che s'allontana, alla proportione: & per l'oppoſta ragione perda a
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              quella per cui acquiſta. </s>
              <s>ne la ragione delle ruote puo tanto, che la
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              forza loro, quando è maggiore, che non importa la lunghezza
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              del raggio, non ſi debba tutta tirare dall'impulſione, & dal moui­
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              mento dell'aere. </s>
              <s>anzi ſi uede, che con l'iſteſſa gagliardezza mo­
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              uerà un'huomo pian piano, ſenza impulſione d'aere, una ruota di
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              raggi, tolta uia la circonferenza continua, come ſe ui fuſſe l'iſteſſa
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              circonferenza, la quale non paſſaſſe la lunghezza de'raggi.
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              Io m'aueggo, che in tali ſoggetti ſarebbe bene hauere l'arte del
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              dire di Mercurio, il quale fu adorato da gli antichi per lo Iddio
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              dell'eloquenza piu preſto perche con le ſole parole, ſenza geſti, &
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              ſenza figure ſi faceua intendere chiaramente da ognuno, in qua­
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              lunque oſcura materia egli ragionaſſe, che per altra cagione. </s>
              <s>pure
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              non potendo eſſere quì hora l'eloquenza di quello Iddio, & ſpecial­
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              mente con meco, che tanto ſolamente m'arrogo d'heuerne acqui­
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              ſtato, quanto baſta a fare conoſcere, anco con mediocre fatica, la­
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              uerità delle coſe, ch'io tratto: non fia forſe male, ch'io deſcriua al­
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              cune figure delle piu importanti; nelle quali con ſuo non prima pé­
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              ſato danno, molti per altro ualent'huomini hanno preſo granchi di
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              non leggiera conſideratione. </s>
              <s>Ilche io farò tanto piu uolentieri,
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              quanto non ui eſſendo ſin'ad hora stato alcuno de gli autori latini,
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              od altra lingua, che n'habbia ſcritto particolarmente; ſon ſicuro,
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              ch'io ſchifferò nell'auenire a chi leggerà attentamente queſti pochi
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              ſeritti, molti trauagli, & non poche ſpeſe, ſe mai prendeſſe lui de­
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              ſio d'occuparſi nell'operationi di queſti ingegnoſi ritrouati. </s>
              <s>che ue­
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              ramente ſi dolce è il uedere naſcere qualche bello effetto, & cono­
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              ſcerne la cagione in ſimili magiſteri, che pochiſon coloro, che pur
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              una uolta n'habbiano ſentito l'odore, che non ghiribizzino molte
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              uolte da ſe steſſi per dar fine a qualcheduna delle molte imagina-
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