Lorini, Buonaiuto , Le fortificationi, old version (312 p.), 1609

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              fiancheggiate, e d'ogn'intorno
                <expan abbr="">com</expan>
              groſſe difeſe fabricate con buona terra, che vi ſi poteua portare, ſe
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              ben di lontano, le ſue piazze ſarebbono venute grandi, & ſicure, come all'oppoſito erano piccole, &
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              mal difeſe: benche da molti foſſe tenuta Fortezza ineſpugnabile, per hauer ſei baluardi, e ſolo con
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              cento paſſa di difeſa. </s>
              <s>In quanto alla Fortezza di Famagoſta fortiſicata all'antica con ſuoi torrioni,
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              ouero meze lune, di ottima materia per reſiſtere contra le batterie, & per eſſer la ſua muraglia groſſiſ­
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              ſima fatta col tuffo: nondimeno per hauer poca piazza, reſtarono facilmente indiſeſi, & particolar­
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              mente per la poca lunga difeſa di eſſi torrioni, onde non ſolo voniuano impedite le loro artiglierie
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              per eſſere da quelle del nimico imboccate, & ſcaualcate, ma i bombardieri ancora berſagliati, e mor­
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              ti dalle archibugiate, tirate lor da' nimici, che ſtauano coperti ſotto la detta contraſcarpa, & aſſai più
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              ſicuri per offendere, che non iſtauano i difenſori per difenderſi, ſi come ella ſteſſa ne puo far fede, eſ­
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              ſendouiſi ritrouata preſente alla ſua eſpugnatione, deiche ſe ne dee gloriare per lo molto valore vſa­
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              to da tutti i ſuoi difenſori. </s>
              <s>In quanto all'eſpugnatione di Nicoſia (che ſegui prima) che pure era
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              Fortezza moderna, & fabricata co' ſuoi baluardi, & con le ſue difeſe realiſſime, & bene inteſe; dico,
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              non eſſere ſeguito tal diſordine, ſe non dal poco numero de' ſuoi difenſori, & maſſime ſoldati pagati,
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              quali non arriuauano al numero di mille trecento, che non erano atti a guardare vndici baluardi,
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              con che era fortificato il circuito della Fortezza, ma ne anco vn ſolo, ſi come è noto a tutti; & pera­
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              uentura forſe più a
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              ei, che ad alcun'altro, che l'hauerà viſta, di che mi ſarà grato intenderne il ſuo
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              parere. </s>
              <s>CO. </s>
              <s>Fù la Fortezza di Nicoſia viſta da me, due meſi auanti, che il Turco viandaſſe ſotto
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              col ſuo eſſercito, & d'ogni intorno molto bene conſiderata. </s>
              <s>Doue non ſenza marauiglia vidi la più
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              reale, & la meglio inteſa opera (benche di terra) che al parer mio ſi poteſſe fare; e tanto più venendo­
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              mi detto eſſer ſtata fabricata dall'Illuſtriſs. </s>
              <s>Sig. Giulio Sauorgnano ſolo in otto meſi di tempo, e
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              con tanta facilità, doue che reſtai molto affettionato al nome di vn coſi eccellente, & Illuſtriſſimo Si­
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              gnore. </s>
              <s>Ma perche Dio molte volte permette, che ſeguino così fatti diſordini, acciò chiaramente ſi
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              veda la inſtabilità, di queſte felicità, e grandezze mondane: E però permeſſe che quella Fortezza
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              fuſſe poi coſi debilmente difeſa. </s>
              <s>Ma per tornar al propoſito noſtro, che fù della lunghezza delle di­
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              feſe, dico, che non per altra cagione hò fatto tale oppoſitione, ſe non per intendere, & per certificar­
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              mi delle cagioni particolari, & con le ragioni ſapere, perche ſia meglio operare più in vn modo, che
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              in vn'altro, benche io ſapeſſi il buono effetto delle difeſe honeſtamente lunghe, & quanto importi il
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              vantaggio dell'armi a' difenſori, però reſto molto ſodisfatto, & maſſime con l'eſperienza da me viſta
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              nell'aſſedio, & nella eſpugnatione di Famagoſta, doue furono eſſequiti dal nimico tutti i particolari,
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              che di già hauete detto; & ſe ben quella non era fortificatione reale, nondimeno ſi vide il mal ſuc­
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              ceſſo di quelle difeſe corte, fatte tra l'vno e l'altro di quei torrioni, ouer meze lune, & ogni huomo
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              (benche di mediocre ingegno) può giudicare quanto maggior reſiſtenza, & difeſa hauerebbe fatto
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              tal Fortezza, s'ella fuſſe ſtata fabricata alla moderna co' ſuoi baluardi; perche hauendo fatto sì ga­
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              gliarda difeſa in quel modo, che ſtaua (& con tanto valore) il nimico non ſe ne ſaria impadronito.
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              <s>AV. </s>
              <s>Già sò come ſtaua il ſito, & forma della Città poſta da vna parte ſopra del mare. </s>
              <s>Ma dicami di
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              gratia, come ſeguì quella eſpugnatione? </s>
              <s>CO. </s>
              <s>Con molto mio gran diſpiacere mi ricordo del ſuc­
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              ceſſo di quella Guerra, non ſolo per lo proprio mio danno nell'eſſerui ſtato fatto ſchiauo, & per l'in­
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              finite perſone, che hò viſto patire, & miſerabilmente morire. </s>
              <s>Ma per ſodisfarui non mancherò di
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              dirui tutti que' più notabili particolari, che la memoria mia hà conſeruato. </s>
              <s>Et prima douete ſapere
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              come paſsò l'eſpugnatione di quella così gran Fortezza di Nicoſia, e con quanta facilità fuſſe nello
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              ſpatio di quarantacinque giorni preſa, che fù ſolo per lo mancamento de' ſoldati, come hauete det­
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              to. </s>
              <s>Dipoi venne l'eſſercito ſotto Famagoſta a' 22. Settembre 1570. fermandoſi nel primo arriuo
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              circa tre miglia lontano dalla Città, ilquale eſſercito dicono, che era di ducento mila ſoldati, & nel
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              principio cominciarono a far ſcorrerie, inuitando noi altri difenſori a combattere, & con la ſolita lo­
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              ro arte addimandando il poſſeſſo della Città, con molte offeſe, & minaccie. </s>
              <s>Ma riuſcendogli vano il
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              penſiero per le gagliarde riſpoſte fattegli da quei Signori, che l'haueuano in cuſtodia, confidati nel­
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              la molta, anzi certa ſperanza del ſoccorſo delle armate della Lega, che di già ſapeuano eſſere in pro­
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              cinto per vnirſi, incominciarono eſſi nimici accoſtarſi verſo la Città, venendo coperti con trinciere,
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              alzate da quella parte, doue poteuano eſſere offeſi dalle noſtre artiglierie, lequali trinciere erano fat­
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              te da quaranta mila guaſtatori, con vn'ordine di lauoro, che era impoſſibile impedirglielo, per veni­
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              re ſempre auanti con monti di terra, aſſai più alti, che non erano i lauoratori, onde ſi vedeuano i mon­
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              ti caminare alla volta del foſſo ſenza vederſi gli operari per potergli offendere; & quando ſi furono
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              (così coperti) accoſtati a tiro d'artiglieria, fabricarono dieci forti dirimpetto a diuerſi torrionì della
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              Fortezza, & doue più vedeuano poter offendere; ſopra i quali monti piantarono ſettanta pezzi di
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              groſſa artiglieria, per leuarne non ſolo quelle deboli difeſe de' fianchi, che ſi erano cauatitra le corti­
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              ne, & i torrioni, ma ancora per batterne le piazze, & le caſe della Città. </s>
              <s>A' quali forti era molto be­
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              ne corriſpoſto dalle noſtre artiglierie, facendo contrabatteria per lo ſpatio di due giorni, doue ſe gli
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              imboccaron quindeci pezzi d'artiglieria, & ſe gli ammazzò da trenta mila perſone; ma per lo man-</s>
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