Gallaccini, Teofilo
,
Trattato sopra gli errori degli architetti
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0079
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79
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PARTE TERZA.
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ſon fatti per difeſa degli edificj, e degli abitatori; </
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echoid-s2275
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preserve
">ma anche per comodità di
<
lb
/>
camminarvi ſopra per qualche fine utile a chi v’abita, ſon quelli, che ſi fan-
<
lb
/>
no con calceſtruzzi, cioè con calcina con ghiaja di fiume, e all’uſo di Napo-
<
lb
/>
li con calcina, con rapillo, cioè lapillo, che ſono minutiſſime pietruzze, che
<
lb
/>
ſi trovano nei cavamenti: </
s
>
<
s
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echoid-s2276
"
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="
preserve
">o con piccioli frammenti di vaſi di terra cotta, co-
<
lb
/>
me ſono quei, che ſi trovano in Roma in Monte Teſtaccio, rotti, ben peſti
<
lb
/>
colla calcina, e ridotti in forma di ſmalto ben battuto. </
s
>
<
s
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echoid-s2277
"
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="
preserve
">Queſti si uſano co-
<
lb
/>
munemente in Napoli, in Venezia, e altrove, e ſon detti laſtrichi, e ſi uſa-
<
lb
/>
no nel cuoprire i Palazzi, e le Caſe, e ſi fanno groſſi almeno un ſeſto di brac-
<
lb
/>
cio, e ſopra legnami di caſtagno; </
s
>
<
s
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="
echoid-s2278
"
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="
preserve
">benchè altrove anche ſi facciano ſopra le
<
lb
/>
volte, che è l’uſo migliore. </
s
>
<
s
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="
echoid-s2279
"
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="
preserve
">Gli errori, che poſſono accadere nel fare queſti
<
lb
/>
cuoprimenti, ſono di tre maniere. </
s
>
<
s
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preserve
">La prima, quando ſon mal battuti: </
s
>
<
s
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echoid-s2281
"
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="
preserve
">la ſe-
<
lb
/>
conda, quando si fanno ſopra legnami non ben ſecchi, nè ſchietti, nè ſani;
<
lb
/>
</
s
>
<
s
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echoid-s2282
"
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="
preserve
">e benchè ſieno di caſtagno, che per natura può reſiſtere all’umidità; </
s
>
<
s
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="
echoid-s2283
"
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="
preserve
">nondi-
<
lb
/>
meno aggravati lungo tempo dal calceſtruzzo, ſi piegano; </
s
>
<
s
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echoid-s2284
"
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preserve
">ſicchè il cuoprimen-
<
lb
/>
to ſi apre; </
s
>
<
s
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="
echoid-s2285
"
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="
preserve
">e ciò maggiormente accade, quando i legnami non ſono ben ſec-
<
lb
/>
chi, e ſtagionati, e per l’aperture penetrano l’acque delle piogge, ſiccome si
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lb
/>
vede in Napoli, dove gli abitatori ſon forzati a ſtuccare le aperture con pece
<
lb
/>
da nave. </
s
>
<
s
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="
echoid-s2286
"
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="
preserve
">Il che è cagione, che l’uſanza de’laſtrichi in buona parte si diſmet-
<
lb
/>
ta, ed in vece di eſſi faccianſi i tetti con docce. </
s
>
<
s
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="
echoid-s2287
"
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="
preserve
">La terza, quando ſi fanno in
<
lb
/>
luoghi ſottopoſti ai diacciati, ed eſpoſti a Tramontana; </
s
>
<
s
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="
echoid-s2288
"
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="
preserve
">poichè i diacciati del-
<
lb
/>
l’Invernata, il freddo di Tramontana, e la qualità de’luoghi di Montagna,
<
lb
/>
ſono il diſtruggimento dei calceſtruzzi. </
s
>
<
s
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="
preserve
">Concioſſiachè in detti luoghi si facciano
<
lb
/>
congelamenti di nevi, e d’acque, che non ſolo ſcroſtano e aprono le mura-
<
lb
/>
glie, ma anche i calceſtruzzl. </
s
>
<
s
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echoid-s2290
"
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="
preserve
">E queſti allora ſi poſſono uſare, ſenza fare
<
lb
/>
errore, e ſenza pericolo alcuno in luoghi temperati, o caldi, o quando ſi fa lo-
<
lb
/>
ro ſotto la volta, come ſono quei del Palazzo del Vaticano, e del Tempio di
<
lb
/>
S. </
s
>
<
s
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echoid-s2291
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="
preserve
">Pietro. </
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<
s
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preserve
">Ma ciò non si può fare ſenza grande ſpeſa, richiedendo maggior
<
lb
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groſſezza di muraglie, di quella che si ſuole comunemente uſare. </
s
>
<
s
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preserve
">I cuoprimen-
<
lb
/>
ti, i quali si fanno al coperto, ſono le impalcature, i lacunarj, o ſoffitte, e
<
lb
/>
le volte, le quali congiunte con le parti delle muraglie, che le reggono, e le
<
lb
/>
fiancheggiano, e poſte infra il tetto, e i fondamenti, dimoſtrano quaſi un edi-
<
lb
/>
ficio ſopra un altro. </
s
>
<
s
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="
preserve
">Queſti cuoprimenti coperti nella ſteſſa opera, ſono palchi,
<
lb
/>
laqueari, e volte, che riſpetto alle parti di ſotto si dicono cuoprimenti; </
s
>
<
s
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="
preserve
">e ſo-
<
lb
/>
no pavimenti, ſpazj, ſolari, e ſmalti, riſpetto alle membra di ſopra. </
s
>
<
s
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preserve
">E tutti
<
lb
/>
ſon ſottopoſti a diverſi difetti, per cagione degli errori, che poſſono ſuccedere
<
lb
/>
nella fabbrica loro, e ſpecialmente in quanto alla materia, cioè, quando si u-
<
lb
/>
ſano legnami frangibili, pieghevoli, facili a corromperſi, ſottili, verdi, taglia-
<
lb
/>
ti a cattiva Luna, e mal conſervati: </
s
>
<
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echoid-s2297
"
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preserve
">e in iſpecialità, quando ſi fanno palchi
<
lb
/>
alla Napoletana, cioè, con laſtrico, ovvero con calceſtruzzo: </
s
>
<
s
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echoid-s2298
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="
preserve
">e quando si fan-
<
lb
/>
no alla Romana, tutti con tavolati, i quali, oltre che hanno a ricevere il peſo
<
lb
/>
dei mattoni, dei quali forma lo ſpino, debbono ancora ſoſtenere il peſo della
<
lb
/>
terra, che vi si mette per porre in piano i pavimenti di mattoni, di mezza-
<
lb
/>
ne, o di ſmalti: </
s
>
<
s
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echoid-s2299
"
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="
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">ſono anche ſottopoſti al pericolo del fuoco; </
s
>
<
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echoid-s2300
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="
preserve
">onde il fare ſi-
<
lb
/>
mili impalcamenti, benchè ſieno di buona materia, nondimeno è grandiſſimo
<
lb
/>
errore, eſſendo ſottopoſti all’ingiuria del fuoco; </
s
>
<
s
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echoid-s2301
"
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="
preserve
">e però è molto meglio ſeguir
<
lb
/>
l’uſanza dei palchi, che ſi fanno in Siena, e nel ſuo contorno, cioè con mi-
<
lb
/>
nor quantità di legname, ma con mattoni di mezzo braccio, o di cinque ot-
<
lb
/>
tavi di braccio (che un braccio Saneſe, il quale corriſponde a due piedi Romani an-
<
lb
/>
tichi, è compartito in otto parti, cioè in otto groſſezze di mattone, ciaſcuna
<
lb
/>
delle quali è un ottavo) e ſopra con mezzane murate inſieme in piano, in
<
lb
/>
forma di ſpina di peſce. </
s
>
<
s
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echoid-s2302
"
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preserve
">Ma in Roma, quando ſi ritrovaſſero le cave antiche
<
lb
/>
della creta, si potrebbe tornare a formare tutte le ſpecie de’ mattoni dimoſtra-
<
lb
/>
te da Vitruvio, e formarne altre nuove, infra le quali anche ſarebbero quelle,
<
lb
/>
che ſarebbero buone per far palchi alla noſtra uſanza; </
s
>
<
s
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="
echoid-s2303
"
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="
preserve
">e così si tralaſcerebbero
<
lb
/>
gl’ intavolati. </
s
>
<
s
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echoid-s2304
"
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="
preserve
">E quando pur ciò non si faceſſe, non v’eſſendo comodità di ta-
<
lb
/>
li mattoni, non ſarebbe forſe diſdicevole il condurne da luoghi più vicini, </
s
>
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p
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</
echo
>