8074DIALOGO
trouò la parte nuda immerſa nell’ argento aſſai corroſa, con
il rimanente molto friabile; ma la parte eſtante (già veſtita à
ſolo oggetto, che ſommerſa totalmente nell’argento della
canna prima di procurar il vuoto, non riceueſse da eſſo alte-
ratione) la ritrouò di ſtagno puro ſenza alcuna permiſtio-
ne di Mercurio, e l’oro non punto mutato di colore.
il rimanente molto friabile; ma la parte eſtante (già veſtita à
ſolo oggetto, che ſommerſa totalmente nell’argento della
canna prima di procurar il vuoto, non riceueſse da eſſo alte-
ratione) la ritrouò di ſtagno puro ſenza alcuna permiſtio-
ne di Mercurio, e l’oro non punto mutato di colore.
_Ofred_.
Certo chel’eſperienza è belliſſima.
Ma coſa ſe ne caua da
eſſa?
eſſa?
_Mat_.
Se ne caua, che eſſendo il Mercurio del primo vaſo eſpo-
ſto all’aria con il cilindretto, ’l’aria premete ſopra il Mercu-
rio, e lo ſpinſe per li pori del ſtagno ad infettarlo. Al con-
trario, non premendo aria ſopra il Mercurio contenuto en-
tro la canna, per non vi eſſer, per cagione del vuoto, ò alme-
no eſſendo deboliſſima, non potè il Mercurio eſſer ſpinto
all’in sù a penetrare per li Pori. Come vede adunque Signor
Ofredi, nel vuoto il contatto non cagiona la ſalita del Mer-
curio ſenza aria premente, ma bene cagiona la ſalita dell’-
acqua per li cannellini. Horsù rimettiamo queſto negotio
ad altro tempo, e per hora diciamo, che la preſſione dell’aria
cagiona bene molti, e molti effetti, ma non già tutti quelli,
che gli ſono attribuiti. Vno di queſti è quello, che regiſtra il
Sig. Sinclaro _Lib._ 1 _Dial_. 6. _n_. 2. oue dice, che eſſendoli ſtato ri-
ferto, ch’eſſendo nel tubo predetto l’argento viuo equili-
brato alla natural’altezza (la quale ſecondo lui è 29. diti del-
la ſua miſura) ſe ſi alzaſſe perpendicolarmente con preſtez-
za, e ſi ſeparaſſe dall’argento viuo contenuto nel vaſo, che
l’argento viuo ch’è nella fiſtola, ò tubo ſalirebbe con tanta
veemenza per il vacuo della canna, che romperebbe la
parte ſuperiore ſigillata, & otturata alla lucerna, ò
hermeticamente; volſe farne l’eſperienza, e che ritrouò, che
alzandoſi così con preſtezza, era vero che ſaliua vrtando
nella cima; ma poi mai non occorſe, che ſpezzaſſe la canna;
e che alzandola pian piano, non ſaliua in conto alcuno.
ſto all’aria con il cilindretto, ’l’aria premete ſopra il Mercu-
rio, e lo ſpinſe per li pori del ſtagno ad infettarlo. Al con-
trario, non premendo aria ſopra il Mercurio contenuto en-
tro la canna, per non vi eſſer, per cagione del vuoto, ò alme-
no eſſendo deboliſſima, non potè il Mercurio eſſer ſpinto
all’in sù a penetrare per li Pori. Come vede adunque Signor
Ofredi, nel vuoto il contatto non cagiona la ſalita del Mer-
curio ſenza aria premente, ma bene cagiona la ſalita dell’-
acqua per li cannellini. Horsù rimettiamo queſto negotio
ad altro tempo, e per hora diciamo, che la preſſione dell’aria
cagiona bene molti, e molti effetti, ma non già tutti quelli,
che gli ſono attribuiti. Vno di queſti è quello, che regiſtra il
Sig. Sinclaro _Lib._ 1 _Dial_. 6. _n_. 2. oue dice, che eſſendoli ſtato ri-
ferto, ch’eſſendo nel tubo predetto l’argento viuo equili-
brato alla natural’altezza (la quale ſecondo lui è 29. diti del-
la ſua miſura) ſe ſi alzaſſe perpendicolarmente con preſtez-
za, e ſi ſeparaſſe dall’argento viuo contenuto nel vaſo, che
l’argento viuo ch’è nella fiſtola, ò tubo ſalirebbe con tanta
veemenza per il vacuo della canna, che romperebbe la
parte ſuperiore ſigillata, & otturata alla lucerna, ò
hermeticamente; volſe farne l’eſperienza, e che ritrouò, che
alzandoſi così con preſtezza, era vero che ſaliua vrtando
nella cima; ma poi mai non occorſe, che ſpezzaſſe la canna;
e che alzandola pian piano, non ſaliua in conto alcuno.
_Ofred_.
Fenomeno veramente conſiderabile:
e che cauſa ne aſ-
ſegna egli?
ſegna egli?
_Matem_.
Sig.
Conte legga in gratia _il n._
3.
ch’egli chiama ſettione
di queſto Libro.
di queſto Libro.
Conte.
_La ſeruo._
Primi Phænomeni cauſam &
rationem,