Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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8359LIBRO I. triangolo AHB, e la linea BC altresì quattro vol-
te maggiore della BH.
Parmi ancora, diſſe il Si-
gnor Marcheſe, che ſe io prolungaſſi la linea AB
fino in D, e conduceſſi DE parallela a BC, fin-
chè tagliaſſe la AH in E;
e faceſſi tutto queſto
per modo, che foſſe AD ad AB, come BC a DE.
eſſendo allora eguali i triangoli ACB, AED, po-
trei dire, che il corpo lunare nel tempo AD ſcor-
re quello ſpazio medeſimo, che il corpo terre-
ſtre ſcorre nel tempo AB;
e acquiſta tuttavia ve-
locità minore, eſſendo DE minore di BC.
Non
ſo, ſe il mio ragionare vi paja aſſai giuſto.
Io
non credo, riſpoſi, che la dialettica ſteſſa formar
lo poteſſe più giuſtamente.
Ora, ripigliò il Signot
Marcheſe, s’ egli è pur vero, che il corpo terre-
ſtre, cacciato all’ insù da qualſiſia potenza con
la velocità BC, dee ſalire per tutto lo ſpazio
ACB, io non ſo, perchè il corpo lunare, cac-
ciato all’ insù con la velocità DE, non doveſſe
ſalire per lo ſpazio AED, cioè per eguale ſpazio;

onde io traggo argomento, che la forza del ſali-
re non debba miſurarſi dallo ſpazio ( laſcio ora
la maſſa, che poſſiamo fingere eguale in amendue
i corpi ) perciocchè ſe così foſſe, biſognerebbe
nel noſtro caſo, che il corpo terreſtre, et il lu-
nare ſcorrendo lo ſteſſo ſpazio, aveſſero la ſteſſa
forza;
il che però non può eſſere, ſecondo la
ſentenza di niun filoſoſo, eſſendo le maſſe egua-
li, diſeguali le velocità.
Ma veggo bene di non
poter ciò intendere baſtantemente, ſe voi

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