Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
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archimedes
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vetri del canocchiale avessero la misteriosa virtù d'ingrandire gli
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oggetti. </
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>Il Maurolico nella Diottrica aveva data la teoria, non delle
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lenti accoppiate ma delle semplici, e meglio di tutti quei che gli
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successero per molti anni, dimostrò l'effetto che facevano sulla vista
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dei giovani e dei vecchi le varie rifrangenze dei raggi attraverso
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al diafano degli occhiali. </
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>Fu il nostro messinese altresì il primo a
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dimostrar le aberrazioni di sfericità, e a divisare il modo del di
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pingersi le immagini reali e rovesciate attraverso alle sfere cristal
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line e alle lenti convesse. </
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>Ei riconobbe inoltre l'origine de'colori
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in una certa costipazione, che subiscono i raggi variamente rifratti
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attraverso al diafano de'prismi triangolari, e applicò una tale dot
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trina alle gocciole delle nubi, per cui si disegnano e si coloriscono
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gli archi celesti. </
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>Mirabile è per que'tempi il giudizioso modo di procedere del
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nostro Abbate di Santa Maria in Porto. </
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>Egli seppe destramente co
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gliere i frutti menati da ambedue le filosofie dominanti. </
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>Nell'Al
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gebra e nell'Ottica non fu meno valoroso che in Geometria. </
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>Da
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quasi un secolo ei preveniva la dimostrazione delle proposizioni
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geometriche degl'inscritti e dei circoscritti, alle quali il Torricelli
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credette di avere atteso per il primo, fintantochè non venne a farlo
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ravveder del suo errore una lettera di Michelangiolo Ricci (MSS.
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Gal., Dis. </
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>T. XLII c. </
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>145); lettera che è un importante documento
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di storia, essendo che per essa apparisce come si fosse in Italia
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atteso ad osservare diligentemente le forme cristalline dei sali, molti
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anni prima che, all'occasione di studiar l'organo del gusto, vi at
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tendessero il Bellini e il Malpighi. </
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>Tali insomma furono i frutti che si raccolsero nel secolo XVI
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dalle due filosofie peripatetica e accademica, frutti cospicui e glo
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riosi alla scienza italiana, specialmente se si ripensi a quai passi si
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condusse a fare in que'tempi l'Algebra e l'Astronomia. </
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>Abbiamo
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detto che furono ambedue questi frutti gloriosi alla scienza italiana,
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perchè lasciano stare le antiche tradizioni pitagoriche, le quali si
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posson dire in qualche modo italiane, il grande Astronomo turonese
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ebbe più immediata preparazione in Niccolò da Cusa e nel Fraca
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storo; ebbe in Domenico Maria Novara maestro italiano, e s'educò
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il giovane ingegno ai due de'più fiorenti nostri studii di Padova e
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di Bologna. </
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>Ma quali altri frutti si raccolsero della Filosofia razionalistica? </
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Aerei sistemi nel Telesio e nel Patrizio: balenanti nubi gravide di
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tempesta in Giordano Bruno e nel Campanella, dentro alle bizzarre </
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