Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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111 CIII
112 CIV
113 CV
114 CVI
115 CVII
116 CVIII
117 CIX
118 CX
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85LXXVII pato, volendo dire con ciò, che il di lei
ſtrepito per la lentezza ſua nel propagar-
ſi, non giugne all’ orecchio noſtro, ſe
non dopo che il foco dalle nubi lancia-
to nello ſteſſo momento, ha diroccata
quella Torre, od atterrata quella Rove-
re ſu cui a ſorte andò a cadere.
Quindi
Plinio ci dice, che “Fulgetrum prius
cerni quam Tonitrum audiri (cum ſi-
mul fiant) certum eſt“
Se queſti ingegnoſiſſimi Filoſoſi dell’
antichità foſſero però viſſuti ai giorni
noſtri, ed aveſſero letta la di lei lettera
al Valliſnieri, avrebbero mutato parere, ed
avrebbero conoſciuta la verità nell’ eſpe-
rienza ch’ ella ne fece a Foſdinuovo,
e nelle ragioni che conſeguirono al te-
ſtimonio degli occhi.
Benchè ſi conoſceſſe adunque che il
ſuono nell’ andare dall’ uno ad un’ altro
luogo impiegava una parte di

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