Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti
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8670DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI
CAPO VIII.
Degli errori, che accadono nei reſtauramenti.
IRiſtoramenti, che ſi fanno alle fabbriche, hanno per fine il rimediare ai peri-
coli di rovina, il fortificare, e l’aſſicurar le muraglie, il confermare i fonda-
menti, e il ridurle a tal condizione, che ſi poſſano conſervare perpetuamente.
E però tutti gli errori, che ſi commettono in queſto caſo, ſono di grandiſſimo dan-
no, perchè in vece di rimediare ai difetti delle mura, e di farle più ſtabili, tut-
tavia ſi conſervano nei difetti loro, e bene ſpeſſo ſi rendono maggiori pel con-
traſto delle mura vec chie con le nuove, queſte aggravando, mentre calano, e
quelle reſiſtendo.
Queſti riſtoramenti, o ſi fanno rifondando le muraglie, o in-
groſſandole, o foderandole, o rifacendone qualche parte, o appoggiando mura-
glie nuove alle vecchie, o facendo ſperoni, e barbacani a quelle, che pendono.

Onde allora ſi farà errore, quando nel rifondare non ſi cava tanto ſotto, che ſi
trovi il terreno più ſodo, e quando non ſi leva quella parte di muro, che è
marcia, o ſmoſſa;
e quando la muraglia, che ſi dee rifondare, non ſi pone ben
in puntelli di fortiſſimo legname di caſtagno, di quercia, o d’olmo, par-
te puntellandole di fuori per ſoſtenere il peſo, e far reſiſtenza al calamento del
muro;
e parte ponendole ſotto il muro vecchio, fermando bene nel fondo del
fondamento, e ſerrandolo dentro la groſſezza della nuova muraglia.
Ed oltre
a ciò, non ſi erra meno, quando il muro, che vi ſi farà ſotto, non ſarà di
buona materia, ſoda, e ferma:
e quando non ſia ben collegata, nè ben battu-
ta:
e finalmente ſarà grande errore il diſarmare le muraglie, e le volte avanti
che abbiano fatto buona preſa nell’ingroſſamento delle muraglie, e nel fare i
fondamenti loro ſi erra non collegando, nè incatenando bene la muraglia nuo-
va con la vecchia, nè ſerrandole bene inſieme.
Così, quando ſi dee rifare qual-
che parte d’un muro vecchio, ſi farà errore, non congiungendo bene il nuovo
col vecchio, e non ponendo bene a filo, e a dirittura l’uno con l’altro.
E fi-
nalmente nel fare gli ſperoni non ſaremo ſicuri dall’errare, mentre non procu-
reremo di trovare il fondo più ſodo, nè provvederemo buona materia, nè la
la collegheremo bene inſieme con buona calcina, non ſerrando validamente la
cima dello ſperone col muro vecchio, incaſtrandolo con forza nella groſſezza
di eſſo, nè uſando diligenza, che la ſua eſtremità ſia fatta bene in piano, ac-
coſtandola con forza ſotto gli ultimi filari dei mattoni, o delle pietre del mu-
ro vecchio, affinchè meglio ſi uniſca, e ſopr’eſſo ſi ſoſtenti tutto il peſo del-
la muraglia.
E queſti ſon tutti gli errori, che poſſono accadere nei riſtora-
menti delle muraglie.
CAPO IX.
Quanto importi il non ſervirſi degli Architetti, e il fidarſi della pratica
dei Miniſtri.
CHi levaſſe l’ordine dell’Univerſo, ſenza dubbio alcuno ſarebbe cagione del
ſuo diſtruggimento;
e chi confondeſſe l’ordine nelle Repubbliche, ſareb-
be cagione della rovina del buon governo civile.
Così chiunque toglieſſe il buon
ordine, che nel fabbricare ſi conviene, ſarebbe cagione di molte imperfezioni,
di molti difetti alle muraglie, di varj, e di gravi accidenti, e che le medeſime
ſi faceſſero di corta durata.
Allora, ſiccome ſi comprende per l’eſperienza, ſi le-
va il buon ordine delle fabbriche, quando quelli, che debbono eſſer Miniſtri, ſi
pongono per Sopraſtanti, e per Architetti.
Che, ſiccome non è bene, nè è coſa ſicu-
ra, che lo Speziale faccia l’ufizio del Medico, così non è bene, nè è coſa giovevole,
che il Muratore, lo Stuccatore, il Lavorator di pietre, il Maeſtro di legname, il Pitto-
re, e lo Scultore, facciano l’ufizio dell’ Architetto.
Imperciocchè qualunque ei ſiaſi
di queſti, non è bene informato di tutta la perizia dell’Architettura, non

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