1Illustre stuolo egli è questo, innanzi al quale il mondo de'Filosofi
sperimentali inchina per gran riverenza spontaneamente le ciglia.
Ebbene: di chi son discepoli tutti costoro, di Platone o di Aristo
tele? Non hanno maestro nessun filosofo o accademico o peripate
tico, nè pretendono di farla da filosofi essi stessi come i razionalisti:
libro e maestro a loro è la Natura. Dai faticosi esercizii dell'arte
si persuasero facilmente che la materia, sotto alle forme della
quale s'agita la vita dell'Universo, tutt'altro che essere arrendevole
al nostro ingegno, è sorda alle intenzioni dell'artista, ond'è che ap
presero di qui la soggezione agli ordini naturali e impararono ad
osservarli con diligente riverenza amorosa, ministri e sacerdoti nel
sacro Tempio, e non Iddei. Essi dunque rappresentano quel terzo
stato, in cui vedemmo passar finalmente il bambino, dopo le prime
platoniche illusioni e i primi aristotelici delirii; lo stato in cui l'uomo
incomincia, per il sincero uso de'sensi, a pigliare stabile possesso
del mondo. Su questi che sono i naturali e legittimi iniziatori
del metodo di osservazione, giova intrattenere alquanto il nostro
discorso.
sperimentali inchina per gran riverenza spontaneamente le ciglia.
Ebbene: di chi son discepoli tutti costoro, di Platone o di Aristo
tele? Non hanno maestro nessun filosofo o accademico o peripate
tico, nè pretendono di farla da filosofi essi stessi come i razionalisti:
libro e maestro a loro è la Natura. Dai faticosi esercizii dell'arte
si persuasero facilmente che la materia, sotto alle forme della
quale s'agita la vita dell'Universo, tutt'altro che essere arrendevole
al nostro ingegno, è sorda alle intenzioni dell'artista, ond'è che ap
presero di qui la soggezione agli ordini naturali e impararono ad
osservarli con diligente riverenza amorosa, ministri e sacerdoti nel
sacro Tempio, e non Iddei. Essi dunque rappresentano quel terzo
stato, in cui vedemmo passar finalmente il bambino, dopo le prime
platoniche illusioni e i primi aristotelici delirii; lo stato in cui l'uomo
incomincia, per il sincero uso de'sensi, a pigliare stabile possesso
del mondo. Su questi che sono i naturali e legittimi iniziatori
del metodo di osservazione, giova intrattenere alquanto il nostro
discorso.
Nei primi palpiti del nostro risorgimento nazionale, quando
l'Italia si sentiva potentemente convenire in un animo solo, e in
un solo intendimento, si rivolse, con più desideroso amore che mai,
a quell'uomo di carattere fiero e generoso, che più al vivo la rap
presentava di ogni altro Fu allora che s'incominciò a magnificare
e a superesaltare i meriti di lui, cosicchè non si lasciò indietro arte
nè scienza, di cui non si predicasse Dante per gran precursore.
Lo zelo degli animi e la leggerezza degl'ingegni hanno spinto ora
mai l'esagerazione a tal punto, che il severo tribunale della critica
ha da sentenziar molte cose contro a loro, ed è rimasto a quel tri
bunale il debito di ridur dentro i termini del vero ogni eccesso
inconsiderato.
l'Italia si sentiva potentemente convenire in un animo solo, e in
un solo intendimento, si rivolse, con più desideroso amore che mai,
a quell'uomo di carattere fiero e generoso, che più al vivo la rap
presentava di ogni altro Fu allora che s'incominciò a magnificare
e a superesaltare i meriti di lui, cosicchè non si lasciò indietro arte
nè scienza, di cui non si predicasse Dante per gran precursore.
Lo zelo degli animi e la leggerezza degl'ingegni hanno spinto ora
mai l'esagerazione a tal punto, che il severo tribunale della critica
ha da sentenziar molte cose contro a loro, ed è rimasto a quel tri
bunale il debito di ridur dentro i termini del vero ogni eccesso
inconsiderato.
Gli antichi furono, nell'ammirazione dell'Alighieri, assai più
temperati, e perchè nella temperanza consiste la verità, lo amarono
perciò e lo intesero molto meglio di noi. Una delle prime e più
rilevanti qualità che distinguono l'ingegno dantesco è l'armonia:
armonia di numeri, che risuona nel verso, simmetria di linee, a
regola delle quali è architettato il divino Poema. Il Landino e il
Vellutello, i due più antichi e rinomati commentatori, non trascu
rano di avvertire come il teatro, in cui si rappresenta l'infernale
tragedia, sia stato prima così ben compassato dalla mente geome
trica del Poeta, che tutto procede e corrisponde a una preordinata
temperati, e perchè nella temperanza consiste la verità, lo amarono
perciò e lo intesero molto meglio di noi. Una delle prime e più
rilevanti qualità che distinguono l'ingegno dantesco è l'armonia:
armonia di numeri, che risuona nel verso, simmetria di linee, a
regola delle quali è architettato il divino Poema. Il Landino e il
Vellutello, i due più antichi e rinomati commentatori, non trascu
rano di avvertire come il teatro, in cui si rappresenta l'infernale
tragedia, sia stato prima così ben compassato dalla mente geome
trica del Poeta, che tutto procede e corrisponde a una preordinata