Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
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archimedes
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misura. </
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>Quale però si fosse questa misura cadde in controversia
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fra il Landino, che sosteneva l'opinione di Antonio Manetti, e il Vel
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lutello, che seguiva un'opinione alquanto diversa. </
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>Baccio Valori,
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consolo dell'Accademia fiorentina, dette poi a decidere la contro
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versia a Galileo, ciò che egli fece in due lezioni accademiche, pub
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blicate nel 1855 da Ottavio Gigli, sentenziando in favor del Manetti. </
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>Se la Conca infernale e il Monte purgatorio dimostrano in Dante
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una gran perizia di arte, diremo così, topografica, il gran Pano
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rama del Paradiso attesta che egli doveva essere esercitatissimo
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ne'calcoli dell'astronomia. </
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>La distanza de'pianeti dalla Terra, le
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loro grandezze relative, le paralassi del Sole e della Luna, tutto ciò
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insomma che poteva servire a que'calcoli di fondamento, è de
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sunto, com'appar dal
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Convito,
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da Tolomeo, da Alfagrano e da si
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mili altri autori di opere astronomiche, delle quali dà prova il
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Nostro di essere massimamente erudito. </
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>Su tali dati poi, qualunque
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ne sia la certezza, i calcoli astronomici danteschi son condotti con
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tal matematico rigore, che noi più volte, per nostro giovanile eser
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cizio, ci siam provati a ritesserli e gli abbiamo trovati riscontrar
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sempre, con maraviglioso diletto. </
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>Che l'Alighieri si fosse accorto del sonno delle piante, e avesse
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riconosciuto la causa dell'ascensione della linfa su per i vasi; che
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il velocitarsi delle acque correnti l'attribuisse alla pressione degli
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strati superiori; che ne'condensamenti e nelle dilatazioni dell'aria
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prodotta dal calor del sole riconoscesse l'origine dei venti; che i
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vapori acquosi disseminati nell'aria, condensati dal freddo, tornino
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in pioggia: queste e simili altre cose che vanno a ripescare a gara
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qua e là pel Poema sacro i dantisti, son senza dubbio esagerazioni,
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specialmente se si vogliono intendere quelle parole nel preciso si
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gnificato scientifico de'moderni; son conati di farfallette, che in
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tendono a sollevare più in alto che mai un gigante col leggiero
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tremolare delle ali. </
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>Il vero si è che il Poeta riassume tutta la scienza de'suoi
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tempi, e la commenta e la condensa ne'suoi splendidi versi, na
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scondendola talvolta così fra le loro pieghe, che occhio poco esperto
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non se ne accorge. </
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>Un esempio di quei commenti si può citare,
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nel XV canto del Purgatorio, dalle terzine 6 e 7, nelle quali si
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rendono compiute le leggi della Calottrica, soggiungendo che il rag
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gio d'incidenza e quello di riflessione si ritrovano in un medesimo
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piano perpendicolare alla superficie riflettente. </
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>Dell'ardito modo come il grande artefice del verso toscano sa-</
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