1misura. Quale però si fosse questa misura cadde in controversia
fra il Landino, che sosteneva l'opinione di Antonio Manetti, e il Vel
lutello, che seguiva un'opinione alquanto diversa. Baccio Valori,
consolo dell'Accademia fiorentina, dette poi a decidere la contro
versia a Galileo, ciò che egli fece in due lezioni accademiche, pub
blicate nel 1855 da Ottavio Gigli, sentenziando in favor del Manetti.
fra il Landino, che sosteneva l'opinione di Antonio Manetti, e il Vel
lutello, che seguiva un'opinione alquanto diversa. Baccio Valori,
consolo dell'Accademia fiorentina, dette poi a decidere la contro
versia a Galileo, ciò che egli fece in due lezioni accademiche, pub
blicate nel 1855 da Ottavio Gigli, sentenziando in favor del Manetti.
Se la Conca infernale e il Monte purgatorio dimostrano in Dante
una gran perizia di arte, diremo così, topografica, il gran Pano
rama del Paradiso attesta che egli doveva essere esercitatissimo
ne'calcoli dell'astronomia. La distanza de'pianeti dalla Terra, le
loro grandezze relative, le paralassi del Sole e della Luna, tutto ciò
insomma che poteva servire a que'calcoli di fondamento, è de
sunto, com'appar dal Convito, da Tolomeo, da Alfagrano e da si
mili altri autori di opere astronomiche, delle quali dà prova il
Nostro di essere massimamente erudito. Su tali dati poi, qualunque
ne sia la certezza, i calcoli astronomici danteschi son condotti con
tal matematico rigore, che noi più volte, per nostro giovanile eser
cizio, ci siam provati a ritesserli e gli abbiamo trovati riscontrar
sempre, con maraviglioso diletto.
una gran perizia di arte, diremo così, topografica, il gran Pano
rama del Paradiso attesta che egli doveva essere esercitatissimo
ne'calcoli dell'astronomia. La distanza de'pianeti dalla Terra, le
loro grandezze relative, le paralassi del Sole e della Luna, tutto ciò
insomma che poteva servire a que'calcoli di fondamento, è de
sunto, com'appar dal Convito, da Tolomeo, da Alfagrano e da si
mili altri autori di opere astronomiche, delle quali dà prova il
Nostro di essere massimamente erudito. Su tali dati poi, qualunque
ne sia la certezza, i calcoli astronomici danteschi son condotti con
tal matematico rigore, che noi più volte, per nostro giovanile eser
cizio, ci siam provati a ritesserli e gli abbiamo trovati riscontrar
sempre, con maraviglioso diletto.
Che l'Alighieri si fosse accorto del sonno delle piante, e avesse
riconosciuto la causa dell'ascensione della linfa su per i vasi; che
il velocitarsi delle acque correnti l'attribuisse alla pressione degli
strati superiori; che ne'condensamenti e nelle dilatazioni dell'aria
prodotta dal calor del sole riconoscesse l'origine dei venti; che i
vapori acquosi disseminati nell'aria, condensati dal freddo, tornino
in pioggia: queste e simili altre cose che vanno a ripescare a gara
qua e là pel Poema sacro i dantisti, son senza dubbio esagerazioni,
specialmente se si vogliono intendere quelle parole nel preciso si
gnificato scientifico de'moderni; son conati di farfallette, che in
tendono a sollevare più in alto che mai un gigante col leggiero
tremolare delle ali.
riconosciuto la causa dell'ascensione della linfa su per i vasi; che
il velocitarsi delle acque correnti l'attribuisse alla pressione degli
strati superiori; che ne'condensamenti e nelle dilatazioni dell'aria
prodotta dal calor del sole riconoscesse l'origine dei venti; che i
vapori acquosi disseminati nell'aria, condensati dal freddo, tornino
in pioggia: queste e simili altre cose che vanno a ripescare a gara
qua e là pel Poema sacro i dantisti, son senza dubbio esagerazioni,
specialmente se si vogliono intendere quelle parole nel preciso si
gnificato scientifico de'moderni; son conati di farfallette, che in
tendono a sollevare più in alto che mai un gigante col leggiero
tremolare delle ali.
Il vero si è che il Poeta riassume tutta la scienza de'suoi
tempi, e la commenta e la condensa ne'suoi splendidi versi, na
scondendola talvolta così fra le loro pieghe, che occhio poco esperto
non se ne accorge. Un esempio di quei commenti si può citare,
nel XV canto del Purgatorio, dalle terzine 6 e 7, nelle quali si
rendono compiute le leggi della Calottrica, soggiungendo che il rag
gio d'incidenza e quello di riflessione si ritrovano in un medesimo
piano perpendicolare alla superficie riflettente.
tempi, e la commenta e la condensa ne'suoi splendidi versi, na
scondendola talvolta così fra le loro pieghe, che occhio poco esperto
non se ne accorge. Un esempio di quei commenti si può citare,
nel XV canto del Purgatorio, dalle terzine 6 e 7, nelle quali si
rendono compiute le leggi della Calottrica, soggiungendo che il rag
gio d'incidenza e quello di riflessione si ritrovano in un medesimo
piano perpendicolare alla superficie riflettente.