Heron Alexandrinus, Di Herone Alessandrino De gli automati : ouero machine semoventi, libri due, 1589

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9144MACH. SE MO VENTI. qual ſi dà il principio del moto al potentiſſimo inſtrumento d’ Ar chi-
mede, dice che la ſua helice, cioè il ſuo giro, ò dente, ſia lenticolare,
e pulito.
E dunque da ſapere, che due ſor ti di denti diuiti ſi troua-
no, l’uno quadrato, come ordinariamente è quello delle mor ſe de’ Fab
bri, el altro tagliente, come quello delle uiti di legno de’ torchi, e de’
Librai.
Horail dente che finiſce in taglio, ſi dice lenticolare, percio-
che egli hà la ſimilitudine del taglio della lente.
V ol dunque Herone
in queſto luogo, che le ruote della macchina non habbiano il giro puli
to:
matraue ſato da dentelli taglienti à guiſa del taglio delle lentic-
chie, è ciò, com’ egli dice, perche poſſano nel girarſi attaccar meglio
nel piano, che loro è ſottopoſto.
20 I tempide gli Dei) che tempi ſiano queſti io non ſaprei, e forſi è
coſa che à quei tempi era notiſſima;
nõ dimeno ſe mi fo ſſe lecito di di-
re alcuna coſa, indouinando crederei, che introducendo ſi nelle machi-
ne Saturno, Gioue, Marte, ò altra Deità di Pianeta, che net Cielo hà
moto regolato.
S’haueße potuto imitare con l’ aiuto de gli allentamen-
ti, ch’ egli dice, e tanto ſia detto da me di coſa oſcuriſſima, &
ignota.
21 A’ coda di rondine) I Grecidicono διαπελέκινον, che uuol dire
à foggia di ſcure, e coſi ſtà nel teſto greco nondimeno à noi hà parſo
conueniente l’uſar termine più noto à gli artefici noſtri, attento che la
differenza nõ è nella coſa:
ma nelle parole, poi che coſi la ſecure, come
la coda della rondine cominciando ſtrette ſi uanno allargando.
22 Laquale come il coperchio di vn gloſſocomo) Γλο{αι}οκομ{ει}@@,
&
anco Γλο{αι}οκέμ{ει}οκ, è una ſorte di caſſettino ilquale non hà il coper-
chio, che s’ alzi, come le caſſe ordinarie, ma ſi caccia in alcuni ſcannel-
li inanzi, &
indietro, com’ ſono alcuni caſſettini, che adoperano i ſarti
per tenerui il geſſo, i ditali, e l’ altre coſette loro.
Gloſſocomo ne gli
ſcritti di P appo, è chiamata quella caſſa, nellaquale era chiuſo quelga
gliardiſſimo inſtrumento d’ Archimede.
Secondo Suida, ſignifica una
caſſetta, doue gli antichi riponeuano gli auanzi.
Io penſai già, che ſi
diceſſe gloſſocomo dalla forma della lingua, cioè, perche foſſe da capo
larga, e da’ piedi ſi andaſſe riſtringendo, nelqual penfiero m’induſſe la
forma della caßa del ſopradetto inſtrumento;
nondimeno io trouo nel-
l’ Etimo logico, che il ſuo nome è nato dall’ bauerle communemente ado-
perate i T rombetti per portarui dentro le linguette delle trombe loro,
percioche appreßo i Greci κομίξ{ει}ν, ſignifica portare, &
cu@todire, e
Γ λό{αι}α, vuol dir la lingua, onde Γλο{αι}όκομον, tanto vuol dire, quanto
@@ſſetta da portare la lingua, cioè quelle delle trombρι.

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