Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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9167LIBRO I. dal tempo, che dallo ſpazio; eſſendo la ſomma
degl’ impulſi, che il corpo riceve dalla gravità,
e che incontra ſalendo in sù, non allo ſpazio
proporzionale, come ben ſapeva Leibnizio, ma
al tempo.
Ma parmi oramai, che della gravità,
in quanto appartiene alla forza viva, ſiaſi pernoi
detto abbaſtanza;
ſe non forſe anche troppo. A
me, diſſe il Signor Marcheſe, non può parer trop-
po;
ſe già voi non voleſte entrare a dir degli e-
laſtri, ſopra la forza de quali deſidero grandemen-
te ſapere l’ opinion voſtra;
la quale ſe voi vorre-
te eſpormi, vi concederò volentieri, che della
gravità ſiaſi detto abbaſtanza;
ne credo però, che
degli elaſtri dobbiate avere difficoltà niuna a dir-
mi, avendone detto tanto ne voſtri Comentarj.
Appunto, riſpoſi io allora, perchè ne ho detto
tanto ne Comentarj, non accade, che io ve ne
dica ora.
Potete facilmente leggerli; e sì ne in-
tenderete l’ opinion mia.
Ma voi potreſte, diſſe
allora il Signor Marcheſe, aver cangiato di opi-
nione.
Et io ſorridendo riſpoſi: voi volete rim-
proverarmi quello, di che molti mi hanno già più
volte accuſato;
e ciò è, che in filoſofia io cangi
ſpeſſo di opinione;
il che non è vero; ma faccio
viſta alcuna volta di cangiare, e per contradire
agli altri, non accorgendoſene eſſi, contradico a
me medeſimo;
e sì il fo per intender meglio
gli argomenti, e le dimoſtrazioni loro, le quali
eſſi non direbbono mai ne con tanta copia, ne co-
sì chiaramente, ſenza lo ſtimolo della

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