Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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9369LIBRO I. larghezza naturale dell’ elaſtro ABC ſia AD; e
che dall’ una parte appoggiandoſi al muro immo-
bile XY, ſia dall’ altra premuto per una qualche
potenza applicata al globo C, che lo tenga fer-
mo, e riſtretto nello ſpazio AC.
Stando le coſe
così, voi vedete, che l’ elaſtro non ceſſerà mai di
premere il globo C, e ſollecitarlo con altri, ed’
altri impulſi verſo D;
i quali impulſi ſeguiranno
ad eſſere ſempre eguali, non eſſendovi alcuna ra-
gione, perchè debbano farſi o maggiori o mino-
ri.
Così come quelli della gravità, diſſe allora il
Signor Marcheſe.
Così appunto, riſpoſi. E come
quelli della gravità, ripigliò egli, ſono ſecondo voi
iſtantanei, e diſg unti tra loro per certi piccoliſſimi
intervalli di tempo, così ſaranno ancor queſti.
Io non ho detto, riſpoſi, che gl’ impulſi della
gravità ſieno iſtantanei, e diſgiunti tra loro;
ho
detto, che potrebbon’ eſſere ſenza incomodo del-
la natura;
e lo ſteſſo penſo anche degl’ impulſi
dell’ elaſtro;
i quali però abbiatevegli come vi
pare, o continvi ſenza interruzion niuna, o con
infinite interruzioni inſinitamente piccole;
che a
me è lo ſteſſo;
benchè la ſuppoſizione delle in-
terruzioni ſarebbe più comoda, et è forſe ancor
la più vera.
Come che ciò ſia, egli è ben d’ av-
vertire, che qualora l’ elaſtro è più largo, gl’ im-
pulſi ſono più deboli.
Così ſe egli ſarà tenuto fer-
mo in m, avendo la larghezza Am, gl’ impulſi
ſaranno più deboli, che non erano, quando egli
era tenuto fermo in C, avendo la larghezza AC;

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