Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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Nel 1840, Guglielmo Libri apre il secondo libro della sua Hi­
stoire
des sciences mathematiques en Italie, col trattar di Leonardo
da
Vinci, i manoscritti del quale dice che non erano stati ancora
seriamente
studiati.
Egli poi gli descrive minutamente, e prolissa­
mente
ivi si studia di annoverarne i soggetti varii toccati, e di
porre
in rilievo la novità de'concetti e la importanza delle in­
venzioni
.
Dei quali concetti più notabili e delle quali invenzioni,
acciochè
possano i lettori averne qualche saggio, trascrive alcuni
passi
dai vari manoscritti e gli pon sott'occhio in quelle XXI Notes
apposte
in calce al III Tomo della citata Histoire. Eppure si pos­
sono
ancora, dop'aver letto le prime 58 pagine del livre second, e
le
XXI Notes, ripetere al Libri le sue stesse parole, che egli pro­
nunziava
dop'aver dato il suo giudizio sull'Essai del Venturi: “ Or
ces
manuscrits n'ont jamais été serieusement étudiés (Paris 1840,
Tome
III, pag.
39). A studiarli seriamente poi più tardi incomin­
ciarono
due stranieri, Carlo Ravaisson-Mollien a Parigi, e Giovan
Paulo
Richter a Londra.
Gli italiani che van buccinando il nome
di
Leonardo con tuba sonora, non hanno dato, fin qui, opera
che
a'illustrare alcuni disegni scelti dal Codice Atlantico, pub-

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