1infino, che egli durera: & nella molta perfettione di quelle
poche ſi è conoſciuto, ſi conoſce, & ſi conoſcerà, che le don
ne meritano d'eſſere ſtimate aſſai più, che gli huomini.
poche ſi è conoſciuto, ſi conoſce, & ſi conoſcerà, che le don
ne meritano d'eſſere ſtimate aſſai più, che gli huomini.
ISABEL. La cauſa noſtra (Madonne) non haueua bi
ſogno di minor defenſore: l'ingegno di M. Telifilo ci fa a gli
huomini ſuperiori, & non la virtu noſtra.
ſogno di minor defenſore: l'ingegno di M. Telifilo ci fa a gli
huomini ſuperiori, & non la virtu noſtra.
FILOG. Credo, che mi burliate (Mad. Iſabellina) men
tre mi lodate per huomo di grande ingegno, in queſta cauſa,
laquale da ſe ſteſſa è tanto vera, che ogni rozzo ingegno la
potrebbe difendere: pur' che e non vi paia, che io la difenda
troppo freddamente: il che quando ſia la colpa, é di voi, che
à me non compartite tante delle voſtre gratie, che baſtino à
ſcoprire i voſtri grandiſsimi meriti: auenga, che io ſenza il
voſtro diuino ſplendore, ſia qual tenebroſa notte, & qual'
ſecco fonte ſenza il voſtro celeſte liquore: & co'l diuino ſplem
dor' voſtro, & co'l celeſte liquor' voſtro tanto vaglia, quan
to egli vi piace donarmene, naſcendo da voi ogni mio bene.
Adunque doleteui di voi ſteſſe, & non di me, che fò quello,
che io poſſo, & dico coſe veriſsime, però vi piacciono; per
che à gli animi candidi amici della verità, come ſono i voſtri
non puo piacere neſſuna Buggia, la onde egli ſi puo raccor
re, che veriſsime ſiano le ragioni, che ſi dicono à voſtro ho
nore, poi che elle tanto piacciono, à voi, piene di perfetto
giuditio.
tre mi lodate per huomo di grande ingegno, in queſta cauſa,
laquale da ſe ſteſſa è tanto vera, che ogni rozzo ingegno la
potrebbe difendere: pur' che e non vi paia, che io la difenda
troppo freddamente: il che quando ſia la colpa, é di voi, che
à me non compartite tante delle voſtre gratie, che baſtino à
ſcoprire i voſtri grandiſsimi meriti: auenga, che io ſenza il
voſtro diuino ſplendore, ſia qual tenebroſa notte, & qual'
ſecco fonte ſenza il voſtro celeſte liquore: & co'l diuino ſplem
dor' voſtro, & co'l celeſte liquor' voſtro tanto vaglia, quan
to egli vi piace donarmene, naſcendo da voi ogni mio bene.
Adunque doleteui di voi ſteſſe, & non di me, che fò quello,
che io poſſo, & dico coſe veriſsime, però vi piacciono; per
che à gli animi candidi amici della verità, come ſono i voſtri
non puo piacere neſſuna Buggia, la onde egli ſi puo raccor
re, che veriſsime ſiano le ragioni, che ſi dicono à voſtro ho
nore, poi che elle tanto piacciono, à voi, piene di perfetto
giuditio.
ISABEL. Voi (M. Telifilo) non meritate eſſer' burla
to ma ſi ben meritate d'eſſer lodato da noi, da che lodandoci
vi rendete degno di lode: però infra di noi non è chi vi voglia
burlare punto: anzi tutte vi vogliamo lodare, io nondimeno
sforzata dallo amor' che io vi porto, vi auuertiſco, che non vi
mettiate in qualche ſtato troppo miſero, mentre inalzando
ci vi abbaſſate.
to ma ſi ben meritate d'eſſer lodato da noi, da che lodandoci
vi rendete degno di lode: però infra di noi non è chi vi voglia
burlare punto: anzi tutte vi vogliamo lodare, io nondimeno
sforzata dallo amor' che io vi porto, vi auuertiſco, che non vi
mettiate in qualche ſtato troppo miſero, mentre inalzando
ci vi abbaſſate.
FILOG. Io bramo piu toſto ſeruirui nello eſſer' burla
to da voi, caſo che io d'altro ſeruir non vi poſſa, che di non
vi ſeruire in neſſun modo.
to da voi, caſo che io d'altro ſeruir non vi poſſa, che di non
vi ſeruire in neſſun modo.
Corteſemente poi mi auertite, che io troppo non mi abbaſſi