Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1prove nella seconda osservazione del 31 Gennaio 1612, come si rileva dalla
seguente Nota interpolata all'Effemeridi: “ In hac secunda observatione
primum usus sum Instrumento ad intercapedines exacte accipiendas, ac di­
stantiam Orientalioris proxime accepi, non enim fuit Instrumentum exactis­
sime paratum ” (Alb.
V, 84).
E qui non possiamo non sentirci frugare da una gran curiosità di sapere
in che consistesse quello Strumento ad intercapedines exacte accipiendas,
che non può essere il Telescopio colle brattee perforate “ quorum ope Stel­
larum intercapedines per aliquot minuta ad invicem dissitarum, citra unius
aut alterius minuti peccatum commode dimetiri poterimus ” (Alb.
III, 62).
Infatti queste brattee micrometriche, delle quali fece uso nelle prime osser­
vazioni descritte nel Nunzio Sidereo, erano state dallo stesso Galileo trovate
incomodissime, e non rispondevano oramai più ai bisogni richiesti da quel
nuovo ordine intrapreso di osservazioni gioviali.
Qual'è insomma quello Strumento, che non era bene ancora all'ordine
nel 1612 la sera del dì 31 Gennaio?
Galileo non lo dice, e fu forse il Bo­
relli il primo a divulgarne la notizia, ch'egli apprese o dal Castelli o dal
Renieri, a cui, come vedremo, Galileo stesso lo descriveva in una sua let­
tera, che non è a noi pervenuta, e nella quale insegnava il modo partico­
lare di farne uso.
Nel capitolo IV dunque del II Libro Theoricae Medicaeorum il Borelli
presuppone un principio ottico, sopra il quale era fondato il nuovo Stru­
mento micrometrico di Galileo.
Quel principio così bene illustrato dal Porta,
nel Libro VI De refractione, dove scioglie altri curiosi problemi relativi a
quello Cur binis oculis rem unam cernamus, consiste nel fatto che, nella
visione binoculare, gli oggetti si vedon distinti solamente nel piano dove
147[Figure 147]
Figura 82.
vanno a concorrere i
punti de'due assi ottici,
oltre il qual piano, decus­
sandosi gli assi, le imma­
gini non si confondono
in una sola chiara e di­
stinta, ma si dividono
in due, che per un'abi­
tudine contratta da noi
infin dall'infanzia si giu­
dicano esse pure collo­
cate sulla medesima su­
perficie che termina la
visione.
“ His suppositis, pro­
segue a dire il Borelli,
conspiciatur iam destro
oculo A (fig.
82) Jovis

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