1primo s'investigano le cause fisiche e meccaniche de'moti; nel secondo si
danno le regole per le osservazioni. Una delle principali cose che occorre
a notare è la conferma e dimostrazione fisica matematica delle Orbite ellit
tiche, dal Montanari ammessa per induzione, e dalla prima Scuola galileiana
affatto negata, ed è altresì più notabile che le variazioni e le irregolarità os
servate nei moti le attribuisca l'Autore ai vari modi degl'impulsi radiosi
del Sole, o a qualche cosa equivalente insomma all'attrazion neutoniana,
ch'egli rende ostensibile con ingegnose esperienze fondate sopra le proprietà
del Magnete.
danno le regole per le osservazioni. Una delle principali cose che occorre
a notare è la conferma e dimostrazione fisica matematica delle Orbite ellit
tiche, dal Montanari ammessa per induzione, e dalla prima Scuola galileiana
affatto negata, ed è altresì più notabile che le variazioni e le irregolarità os
servate nei moti le attribuisca l'Autore ai vari modi degl'impulsi radiosi
del Sole, o a qualche cosa equivalente insomma all'attrazion neutoniana,
ch'egli rende ostensibile con ingegnose esperienze fondate sopra le proprietà
del Magnete.
Rispetto alle osservazioni, quanto fossero arguti gli avvedimenti del Bo
relli basterebbe a provarlo il cap. III del Libro II, dove, in trattar delle va
rietà dell'Ecclissi, dimostra sperimentalmente, con Canocchiali via via di
maggiore ingrandimento, come nemmen co'più grandi e più squisiti Stru
menti si arriva a togliere affatto l'irradiazione, cosa che pur sarebbe così
necessaria ad avvisar nell'Ecclissi il tempo de'precisi contatti.
relli basterebbe a provarlo il cap. III del Libro II, dove, in trattar delle va
rietà dell'Ecclissi, dimostra sperimentalmente, con Canocchiali via via di
maggiore ingrandimento, come nemmen co'più grandi e più squisiti Stru
menti si arriva a togliere affatto l'irradiazione, cosa che pur sarebbe così
necessaria ad avvisar nell'Ecclissi il tempo de'precisi contatti.
Altre dottrine di quest'Opera insigne occorrerà di notarle fra poco, e
intanto è da saper che a'colloqui vespertini, che si tenevano in Firenze alla
presenza del principe Leopoldo, uno de'primi e principali convenutivi era
il Viviani. A dissertar di Giove e de'Medicei era per lui come un rinfre
scare i più verdi e più gloriosi allori del suo adorato Maestro, nel quale ef
fetto un acuto stimolo di rivalità, oltre al nobile amor della scienza, non gli
permetteva, a confronto del Borelli, di mostrarsi inoperoso.
intanto è da saper che a'colloqui vespertini, che si tenevano in Firenze alla
presenza del principe Leopoldo, uno de'primi e principali convenutivi era
il Viviani. A dissertar di Giove e de'Medicei era per lui come un rinfre
scare i più verdi e più gloriosi allori del suo adorato Maestro, nel quale ef
fetto un acuto stimolo di rivalità, oltre al nobile amor della scienza, non gli
permetteva, a confronto del Borelli, di mostrarsi inoperoso.
Ei non sa però dilungarsi da'metodi praticati da Galileo, e perciò, co
noscendo bene quanto importasse, nelle operazioni micrometriche del suo
Maestro, il sapere l'ingrandimento del Canocchiale, ne immaginò, per mi
surarlo più facilmente, questi tre modi: “ Io. Sia AB (fig. 86) una tavoletta
tinta di nero, in mezzo di cui sia una striscia bianca uniforme di larghezza,
e in mezzo di questa un sottile ago fermato a piombo, sul quale si possano
151[Figure 151]
noscendo bene quanto importasse, nelle operazioni micrometriche del suo
Maestro, il sapere l'ingrandimento del Canocchiale, ne immaginò, per mi
surarlo più facilmente, questi tre modi: “ Io. Sia AB (fig. 86) una tavoletta
tinta di nero, in mezzo di cui sia una striscia bianca uniforme di larghezza,
e in mezzo di questa un sottile ago fermato a piombo, sul quale si possano
151[Figure 151]
Figura 86.
infilare dei cerchi di cartone tinti
neri, i diametri de'quali abbiano
nota proporzione con la larghezza
della striscia. E quivi, infilato or
un ed ora un altro de'cerchi, si
osservi con l'Occhiale posto a di
rimpetto all'asse qual di loro ap
parirà all'occhio accomodato all'Oc
chiale uguale alla larghezza della
fascia vista con l'altro occhio li
bero; che di qui si averà la proporzione dell'ingrandimento. II o. Ovvero,
prese le distanze de'fochi dell'obiettivo e della lente oculare, quanto quella
si troverà maggiore di questa, di tanto l'Occhiale accrescerà ogni larghezza
o altezza di oggetto. IIIo. Ovvero, fatti due cerchi uguali e neri, ed uno os
servato con l'Occhiale nella distanza che si vuole, in campo bianco, l'altro
accostisi e discostisi finchè l'occhio libero lo giudichi, nel medesimo campo,
infilare dei cerchi di cartone tinti
neri, i diametri de'quali abbiano
nota proporzione con la larghezza
della striscia. E quivi, infilato or
un ed ora un altro de'cerchi, si
osservi con l'Occhiale posto a di
rimpetto all'asse qual di loro ap
parirà all'occhio accomodato all'Oc
chiale uguale alla larghezza della
fascia vista con l'altro occhio li
bero; che di qui si averà la proporzione dell'ingrandimento. II o. Ovvero,
prese le distanze de'fochi dell'obiettivo e della lente oculare, quanto quella
si troverà maggiore di questa, di tanto l'Occhiale accrescerà ogni larghezza
o altezza di oggetto. IIIo. Ovvero, fatti due cerchi uguali e neri, ed uno os
servato con l'Occhiale nella distanza che si vuole, in campo bianco, l'altro
accostisi e discostisi finchè l'occhio libero lo giudichi, nel medesimo campo,