Benedetti, Giovanni Battista, Consideratione d'intorno al discorso della grandezza della terra e dell' acqua di Berga, 1579

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1919 tro della grauezza deila terra, da quello della grãdezza, vero è,
che nella ſua prima ragione, hauea congionta l'acqua di mag-
gior quantirà, che non è eſſa terra, à ciò la ſpingeſſe per farlà ſtar
con giuſto equilibrio nel centro dell'vniuerſo;
il che hauĕdo io
di ſopra prouato eſſer vna vanità, reſta adunque.
che la terra ſi
venghi à concentrar con l'vniuerſo, per mezo del centro della
grandezza per accidente.
Eſſendo ambiduoi queſti centri in vn
medeſmo punto congiunti, come ho gia detto diſopra.
Ma piu
gratioſo mirieſe il S.
Berga, quando ſubito allega laragione, di
cendo.
Accio nõ ſegua, ſeeōdo il ſito dei poli, & ordine de gl'cle
menti, mutatiòne alcuna, ſi che i corpi graui volino all insù, &

ileggieri diſcendeno all'ingiù.
Hora, chi interrogaſſe il S. Berga, d'onde naſce, che la natura
habbi fatto l'alià gl'augelli, i quali inſtromentinon ſon già fatti
da eſſa natura ad altro fine, ſe non à ciò chei corpi graui, s'inalzi
noda terra, &
queſto per mezò del volare, Il deſcĕder poi all. in-
giù dei leggeri, ſarà per caggion del non poter loro deſcender
all'insù ne aſcender all'ingiu Ma non ſa egli med eſimamente,
che vn'iſteſſo corpo, in vn'elemento ſi chiama graue, &
nell'al-
tro lieue, come vn legno, hor nell'aria, &
hor nell'acqua, onde
in queſto aſcenderà, &
in quello diſcendera. In quanto poi al di
ſordine, &
mutatione del ſito dei poli, ſua Eccellĕza lo manife-
ſta nella ſua quinra ragione delle 20.
Quādo dice poi.
Il che ſe ſia verò, non può eſſer, ſecondo l. uno, & l'altro cen-
tro, l'acqua concentrica con la terra, &
per cõſequenza ſarà poſ-
ſibile, che ſia della tarra maggiore, &
c.
Obelle conſequentie.
Iu quãto poi alla ſua terza ragione, negandogli la conſequen
tia, che per maggior nobilita habbi da eſſer il corpo maggiore
pubito cade coſi fatta ragione, poi che ſi veggono molti corpi
più nobili de gl'altri, eſſer però minori, perciò che la quantità
non ſeguita, ne depende dalla nobilità, di modo che neceſſaria-
mente, quella coſa cheſia più nobile, habbi da eſſer anco mag-
giore in quantita.
La ſua quarta ragione, è fondata nella proportion, (per dir
com'egli dice,) decupla, ſecondo la quantita de gl'elementi di
cui fa mentione Ariſtotile, &
c.
In verità, che, ſe'l S. Berga haueſſe inteſo punto il diſcorſo del
Piccolomini, intorno a queſta parte nel 10.
cap. non ſarebbe

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