Benedetti, Giovanni Battista, Consideratione d'intorno al discorso della grandezza della terra e dell' acqua di Berga, 1579

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2626 aria, con dire.
Poi che immediatamente ſi può dell'aria, & della terra pro-
durre, ſarà vero, che ſia della terra maggiore,
O bella ragione, perche ella ſi può produr dall 'un' & da l'altro
elemento, adunche è in atto maggior della terra.
Ma, perche egli
dice, che l'acqua ha più copia di materia, pĕſo ch'egli voglia dir,
che ſia più materia nell'acqua, che nella terra;
ma queſto diſcor-
da dalla ſua quarta ragione, imperòche, ſeegli vuole, che l'ac-
qua ſia decupla alla terra;
poi che di vn pugillo di terra ſe ne fac-
cia diece di acqua, ſegno ſarebbe, che tanta materia fuſſe in tutto
il corpo acqueo, quanta in tutto il terreſtre, &
niente di più, ne
di meno, ſotto diuerſe forme però di denſità.
Ma s'egli voleſſe
inferir, forſi, che nell' acqua ſarebbe maggior quantita di mate-
ria, che nell'aria, ne ſeguirebbe vn' altro inconueniente, contra
l'iſteſſa ſua quarta ragione, cioè, che d'un pugillo di acqua, ne ri-
uſcirebbon di aria, molto più di dieci, ſtãte il ſuo ſuppoſito, cioè,
che l'aria ſia decupla all'acqua, in grandezza;
queſta nona ragio-
ne adunque è dell'iſteſſo genere dell' altre.
La decima ragione ſimilmente è molto ſcarſa di peſo, anzi
dirò io, coſi come il fuoco eſſendo generato maggior de gl' altri
elementi, coſi il ſuo total contrario, ch'è l'acqua, ſarà generato
minor de gl'altri, &
queſta ragion ſarà più veriſimile della ſua
Ma l'undecima ragione è delle belle, la qual egli fonda nella
neceſſità dell'ordine di queſto vniuerſo, concio ſia, che per dar
lume a queſto mondo inferiore, neceſſarjo fuſſe, che i corpi per-
ſpicui, &
transparenti, auanzaſſero, non ſolamente in numero,
ma anco in quātità, (qui credo ch'egli habbi voluto dir, grandez
za, dato che non foſſe, ſecondo lui, la quantità, differente da nu-
mero) ancora gli opacchi;
reſtando adunque l'acqua più tra gli
perſpicui, che fra gli opacchi, douea eſſer della terra maggiore, à
ciò la luce meglio poteſſe tutte le parti della terra penetrare.
Penſauo, che qui nel fine, egli voleſſe dire, acciò che egli poteſ-
ſemeglio veder nel fondo dell'acqua, i granchi ch'egl piglia.
Horera adunque neceſſario, che li corpi perſpicui, & tranſpa-
renti, fuſſero &
più in numero de gli opacchi, & maggiori, adun-
que non haurebbe baſtato vn ſolo continuo perſpicuo, à permet
ter il tranſito ai raggi luminoſi dei corpi celeſti;
ne meno ch'egli
fuſſe ſtato di poca ſpiſſitudine, poi che quanto più lontano ſi

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