Benedetti, Giovanni Battista, Consideratione d'intorno al discorso della grandezza della terra e dell' acqua di Berga, 1579

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3737 d'Ariſto. più che vera, eſſer l'acqua maggior della terra, & c.
Queſt altra medeſimamĕte e vna bella ragione, per la quale,
le
acque non inondano la terra, ciò è, perla virtù, &
influenza
del
cielo, &
delle ſtelle, che ritengono l'acque nelle concauità
della
terra, maio haurei penſato chel'acque, le quali ſitrouano
nelle
concauità della terra, non fuſſer quelle che poteſſero inon-
dar
la ſupei ficie ſcoperta di eſſa terra, ne manco le montagne,
ma
ben queile, che eſcono di ſopra delle concauitadi, Et quan-
do
conſidero poi ch'l fuoco le tira ànche egli, miquieto in par-
te
, &
non in tutto, per che ſel fuoco le tira, egli douerebbe anco
ritenerle
coſi ſoſpeſe, &
non le abbandonar, co'l laſſiarle andar
à
ſpaſſo, ma dice bene il.
S. Berga che il fuoco le tira, & il cielo
la
virtù ſua, &
influenza delle ſtelle le ritiene, percio che, il fuo-
co
, come piu nobile del cielo, ha forza di tirarle, &
al cielo come
men
nobile, baſta di ritenerle Bella conſequentia poi &
neceſſa-
ria
, fa ſua Eccel.
ciò è, che da q̃ſto ne ſeguiti, la ſentenza d' Ariſt.
reſtar più che vera, ciò e, l'eſſer l'acquamaggior della terra, poi
chel
'acqua è più eminente di eſſa terra.
Queſte ſono ragioni dè-
moſtratiue
, &
nuoue.
Hor paſſiamo adunque al. 4. cap. & prima, in quanto alla ri-
ſpoſta
ch'egli fa al Piccol.
dinõ voler admetter altre acque, che
quelle
del Mare, doue ha torto il.
S Berga, per ció cheil Picco. ha
fatto
conſideratione, piu diligente, piu eſquiſita, &
più ragione-
uole
, che non ha fatto ſua Eccell.
ſi come può chiarirſi chi ſi vo
glia
nel.
6. capo di quel trattato.

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