Benedetti, Giovanni Battista, Consideratione d'intorno al discorso della grandezza della terra e dell' acqua di Berga, 1579

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4545 que formali, imperò che, a queſto non ſi oppone il Piccolo.
mini, ne altri, ma ſi parla delle acque reali, & perfette, & non di
neui, ò giacchi, ò chriſtalli, ò vapoti, ne ſimil coſe, le quali ſono
molto differĕti dalle acque perfette, &
fluſſibili, & quelle acque
perfette, chenelle ſumità dei monti ſi ritrouano, ſe ſlãno fer-
me, ſtanno in qualche concauità circondata da parte terreſtro
più eminente, che non ſono eſſe acque, dal che poi, egli vuol,
che ne ſegua, che l'acqua nõ ſia della terra minore;
ò bella con-
ſequenza, eſſendo, che nel principio di queſta quarta ragione.

egli nega, che l'eminentia della terra dia fo za all'opinion del
Piccolomini, &
qui vuol, che l'eminenza dell'acque, concluda
eſſer vera la ſua opinione;
oltre che quando ben l'acqua còpriſ-
ſe tutta la terra, (com io ho già detro,) per 500.
miglia in alto,
l'acqua ſarebbe men della mità della terra.
Nella quinta ragione, ſecondo la definition del luogo data
da Ariſtot.
nel 4. lib. da lui citato, non può dir, che la terra non
ſia luogo dell'acqua anch'eſſa mediãte quelſa ſuperficie di eſſa
terra, che comprende, &
contiene in ſe l'acqua, altrimenti, ne
ancho vn bichieri, od altro ſimil vaſo ſi potrebbe chiamar luo-
go dell'acqua, che vi fuſſe dentro, ſecondo queſta ragione dico,
&
ſe l'aria la tocca nella ſuperficie ſuprema, queſto nō impediſ-
ſe però, che l'acqua nō ſi ripoſi ſopra la terra, &
nō ſopra l'atia;
ma in queſto luogo par, che'l S. Berga vogli inferir, che l'ac-
qua ſoſtenghi la terra, acciò nō ſiamo aſtretti ſotto la terra por-
re altro corpo, ſoprà il qual ripoſi, &
di mano in mano vn'altro
in infinito, il che da tutti li Filoſoſi, &
Mathematici, è ſtimato
impoſſibile (egli diſtinguei Filoſofi dai mathematici, quaſi che
Ariſtotile non gl'habbi data quella parte, che per ragion li toc-
caua, di tre che'i ne fece della filoſofia) ma queſta è ben maſ-
chia, poi ch'ei vuole, che lacqua ſoſtenga la terra, la quale è
diametralmente contraria à quell'altra del ſpingimento ch'e-
gli vuol, che facia l'acqua alla terra, per cagion dell'equilibrio.

ſuttauia, nel fine di queſla ſua quinta ragione par, che ſi rimet-
ta, con dire la terra ripoſarſi nel centro indiuiſibile dell'uniuer-
ſo, doue non è ancho ben detto;
perciò che la terra ſi equili-
bra d'intorno à detto punto per mezo delle ſue parti, le quali ſi
ſoſtentano fra loro, ſpingendoſi diametralmente, per l'apetito
naturale, che vgualmente ha ciaſcuna di eſſe, diandar al

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