Borro, Girolamo, Del flusso e reflusso del mare, 1561

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              biſogna
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              , che egli perda queſta imperfettione, e acqui
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              ſti molta perfettione, mentre ſi accoſta alla Donna, à cui do­
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              po, che egli è perfettamente vnito, in eſſa ſi ripoſa, come in
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              ſuo vltimo fine: doue conſeruando la gia guadagnata perfet
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              tione, altra ne maggiore ne minore non ne va cercando, ma
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              di queſta vna contentandoſi, viue beato, ſe la Donna è il fine
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              dell'huomo, e ſe l'huomo fuor'di lei, ſempre deſidera vnirſi
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              con lei: ſe inanzi, che è ſi vniſca, & ſi congionga con lei, egli
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              viue miſero: ſe ſeco vnito, è viue contento, amandola, e deſi­
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              derando compiacerle, non in virtù della propria natura, ma
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              in virtù delle perfettione della Donna: la Donna ſarà il pro­
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              prio, e natural fine dell'huomo. </s>
              <s>Noi ad altro non conoſcia­
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              mo che il centro del mondo ſia il fine della terra, che à que­
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              ſti due effetti, l'uno è che la terra fuora del centro, come im
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              perfetta, al centro ſi muoue, come à ſua perfettione: l'altro,
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              che la terra giunta al centro, ſubito ſi ferma, come in ſua per
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              fettione: & di qui raccogliamo, che il centro ſia il fin'ſuo, pa
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              rimente raccorre dobbiamo, che la Donna ſia fine e perfet­
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              tione dell'huomo, da che l'huomo fuora della Donna, pro­
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              cura con ogni mezzo d'accoſtarſi, & d'unirſi con lei: vnito,
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              altro non brama, altro non cerca, ma in eſſa ſi ripoſa:
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              la Donna ſarà il fin proprio dell'huomo: ſalendo con l'ali del
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              la contemplatione al Cielo: noi conoſciamo, che Iddio, il pri
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              mo motore, amando ſe ſteſſo per ſua propria natura, moue il
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              primo mobile, come fine amato, & deſiderato da ſe ſteſſo in
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              virtù propria: & le altre anime de corpi celeſti inferiori, muo
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              uono i loro proprii corpi, amando non ſolo loro ſteſſe, ma
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              etiandio il primo motore, non in virtù della loro natura pro
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              mo motore, è l'ultimo fine delle anime inferiori,
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              tro conoſcer'
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              dobbiamo, che la Donna ſia il proprio fine
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              dell'huomo, che allo atto dello amare, col quale, ella ama ſe
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              ſteſsa, in virtù della ſua propria natura, & della ſua propria
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              bellezza, laquale è amata prima dalla Donna, & è poi amata
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              etiandio da l'huomo, non in virtù dell'huomo, ma in virtù </s>
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