1mise per entro alla ingente mole di manoscritti che rimangono a testificare
della attività dei discepoli di Galileo e di quella dell'Accademia del Cimento,
risultarono in tanta copia cose nuove, anzi nemmeno sospettate: e quei
sommi, la cui luce era in certo qual modo ecclissata dal risplendere del
l'astro maggiore, apparvero a lui in tutta la effettiva loro grandezza, do
veva egli serbare anco rispetto ad essi un pò di quel rationabile obseqium
non sempre a proposito adoperato rispetto a Galileo. Ma questi documenti
gli mancarono per fondarvi gli entusiastici giudizi ch'egli formula sul Sarpi;
imperocchè al nostro autore, di documenti così sottile ed acuto indagatore,
non può essere sfuggito che questi, nello stretto senso della parola, gli fa
cevano difetto per giudicare l'opera scientifica del celebre Consultore della
Serenissima, e che le relazioni postume d'altri, anzi le stesse sue dichiara
zioni, vanno accolte col benefizio dell'inventario, imperocchè un ben me
schino concetto del Sarpi scienziato ci faremmo noi, se, come egli afferma,
dovessimo credere che parlasse o scrivesse delle scoperte annunziate dal
Sidereus Nuncius senza cùrarsi di leggerlo! Del rimanente, troppo era im
merso il Sarpi negli affari di Stato, sicchè gli rimanesse il tempo neces
sario a tener dietro al potentissimo impulso che allora appunto ricevevano
le scienze matematiche e naturali: e riconosciamo volentieri, che la mente
potentissima potè suggerirgli idee e concetti originali ed innovatori, i quali
però, essendo monchi per difficoltà di gestazione, rimasero per la maggior
parte infecondi. Di qui, adunque, al fare del Sarpi l'institutore della prima
accademia sperimentale che sia stata in Italia, il precursore del Gilbert, l'i
spiratore di Galileo, come pretenderebbe il nostro, ci corre e di molto.
della attività dei discepoli di Galileo e di quella dell'Accademia del Cimento,
risultarono in tanta copia cose nuove, anzi nemmeno sospettate: e quei
sommi, la cui luce era in certo qual modo ecclissata dal risplendere del
l'astro maggiore, apparvero a lui in tutta la effettiva loro grandezza, do
veva egli serbare anco rispetto ad essi un pò di quel rationabile obseqium
non sempre a proposito adoperato rispetto a Galileo. Ma questi documenti
gli mancarono per fondarvi gli entusiastici giudizi ch'egli formula sul Sarpi;
imperocchè al nostro autore, di documenti così sottile ed acuto indagatore,
non può essere sfuggito che questi, nello stretto senso della parola, gli fa
cevano difetto per giudicare l'opera scientifica del celebre Consultore della
Serenissima, e che le relazioni postume d'altri, anzi le stesse sue dichiara
zioni, vanno accolte col benefizio dell'inventario, imperocchè un ben me
schino concetto del Sarpi scienziato ci faremmo noi, se, come egli afferma,
dovessimo credere che parlasse o scrivesse delle scoperte annunziate dal
Sidereus Nuncius senza cùrarsi di leggerlo! Del rimanente, troppo era im
merso il Sarpi negli affari di Stato, sicchè gli rimanesse il tempo neces
sario a tener dietro al potentissimo impulso che allora appunto ricevevano
le scienze matematiche e naturali: e riconosciamo volentieri, che la mente
potentissima potè suggerirgli idee e concetti originali ed innovatori, i quali
però, essendo monchi per difficoltà di gestazione, rimasero per la maggior
parte infecondi. Di qui, adunque, al fare del Sarpi l'institutore della prima
accademia sperimentale che sia stata in Italia, il precursore del Gilbert, l'i
spiratore di Galileo, come pretenderebbe il nostro, ci corre e di molto.
E, discendendo a cose più minute, ci pare di poter osservare che tal
volta (benchè assai di rado) gli sia accaduto di non attingere proprio alle
fonti prime, come, per modo di esempio, nella istoria dei metodi primi di
osservazione delle macchie solari, ed ancora là dove con qualche inesattezza
accenna alle esperienze del Keplero per determinare la ragione dell'angolo
d'incidenza all'angolo di rifrazione di un raggio di luce che dall'aria passa
nel vetro; ed in genere anche in qualche altro argomento di ottica, nella
quale l'Autore ci sembra essere meno profondo in confronto di altri argo
menti. E ciò che avvertiamo rispetto alle fonti, ripeteremmo volontieri per
certi apprezzamenti. Cosl, sempre per modo di esempio, della regolare suc
cessione delle fasi di Venere, come modo per determinare il periodo della
sua rotazione, ci sembra ch'egli parli con qualche leggerezza; così ancora
egli vorrà concederci che, quantunqe lo neghi, possano molto più propria
mente dirsi microscopi quelle palline di vetro, colle quali tutti ricordiamo
di esserci trastullati nella nostra adolescenza, che non sia somiglianza, la
quale pure egli vorrebbe vedere, tra un pozzo ed un cannocchiale.
volta (benchè assai di rado) gli sia accaduto di non attingere proprio alle
fonti prime, come, per modo di esempio, nella istoria dei metodi primi di
osservazione delle macchie solari, ed ancora là dove con qualche inesattezza
accenna alle esperienze del Keplero per determinare la ragione dell'angolo
d'incidenza all'angolo di rifrazione di un raggio di luce che dall'aria passa
nel vetro; ed in genere anche in qualche altro argomento di ottica, nella
quale l'Autore ci sembra essere meno profondo in confronto di altri argo
menti. E ciò che avvertiamo rispetto alle fonti, ripeteremmo volontieri per
certi apprezzamenti. Cosl, sempre per modo di esempio, della regolare suc
cessione delle fasi di Venere, come modo per determinare il periodo della
sua rotazione, ci sembra ch'egli parli con qualche leggerezza; così ancora
egli vorrà concederci che, quantunqe lo neghi, possano molto più propria
mente dirsi microscopi quelle palline di vetro, colle quali tutti ricordiamo
di esserci trastullati nella nostra adolescenza, che non sia somiglianza, la
quale pure egli vorrebbe vedere, tra un pozzo ed un cannocchiale.