1diligentemente analizzato, apparisce meritevolissimo di storia; e benchè il
matematico bresciano non riuscisse a scoprire la legge dei moti accelerati e
le vere curve descritte dai proietti, apparisce nulladimeno mirabile che tanto
assottigliasse la geometria da costringerla a rivelargli che la massima am
piezza del tiro avviene quando l'obice è inclinato all'orizzonte di 45.°
matematico bresciano non riuscisse a scoprire la legge dei moti accelerati e
le vere curve descritte dai proietti, apparisce nulladimeno mirabile che tanto
assottigliasse la geometria da costringerla a rivelargli che la massima am
piezza del tiro avviene quando l'obice è inclinato all'orizzonte di 45.°
Or dunque i primi studi di Galileo il nostro autore ce li mostra ri
volti ad assicurarsi dell'errore aristotelico, che teneva le velocità dei gravi
cadenti esser proporzionali alla quantità di materia. E, yocata ad esame
la famosa leggenda della lampada nel Duomo di Pisa, pone m luce la sot
tigliezza mirabile dell'argomentazione di Galileo, il quale pronunziò sicura
mente, contro Aristotile, quel che non poteva essere confermato che dal
l'uso della macchina pneumatica, che cioè i gravi nel vuoto scenderebbero
tutti in egual tempo, qualunque pure si fosse la loro mole e la loro materia.
volti ad assicurarsi dell'errore aristotelico, che teneva le velocità dei gravi
cadenti esser proporzionali alla quantità di materia. E, yocata ad esame
la famosa leggenda della lampada nel Duomo di Pisa, pone m luce la sot
tigliezza mirabile dell'argomentazione di Galileo, il quale pronunziò sicura
mente, contro Aristotile, quel che non poteva essere confermato che dal
l'uso della macchina pneumatica, che cioè i gravi nel vuoto scenderebbero
tutti in egual tempo, qualunque pure si fosse la loro mole e la loro materia.
Nell'investigare la legge sopra esposta, Galileo era stato preceduto da
altri matematici, come dal Moletti e dal Benedetti: nello studio dei moti
equabili pure era stato prevenuto da Archimede o dai numerosi seguaci di
lui. Rimaneva a scoprir la legge dei moti accelerati, tentata prima invano
da tutti. E Galileo vi si preparò col chiarirsi bene in mente il principio
d'inerzia, unico fondamento della scienza del moto. Vuole l'autor nostro che
il pendolo non sia stato da principio per Galileo se non uno strumento
sperimentatore della legge dei gravi cadenti, e che, sperimentando, siasi av
veduto dell'isocrinismo delle vibrazioni di esso, del qual fatto voleva Galileo
stesso ritrovar la dimostrazione matematica, ma non riusciva a spuntarla;
nè lo spuntarla, per verità, era possibile, non potendo la matematica dimo
strargli vero quel che la fisica stessa gli accennava esser falso. Ma, qual ri
compensa di questi suoi lunghi ed ostinati studi, ebbe la scoperta del bra
chistocronismo degli archi rispetto alle corde.
altri matematici, come dal Moletti e dal Benedetti: nello studio dei moti
equabili pure era stato prevenuto da Archimede o dai numerosi seguaci di
lui. Rimaneva a scoprir la legge dei moti accelerati, tentata prima invano
da tutti. E Galileo vi si preparò col chiarirsi bene in mente il principio
d'inerzia, unico fondamento della scienza del moto. Vuole l'autor nostro che
il pendolo non sia stato da principio per Galileo se non uno strumento
sperimentatore della legge dei gravi cadenti, e che, sperimentando, siasi av
veduto dell'isocrinismo delle vibrazioni di esso, del qual fatto voleva Galileo
stesso ritrovar la dimostrazione matematica, ma non riusciva a spuntarla;
nè lo spuntarla, per verità, era possibile, non potendo la matematica dimo
strargli vero quel che la fisica stessa gli accennava esser falso. Ma, qual ri
compensa di questi suoi lunghi ed ostinati studi, ebbe la scoperta del bra
chistocronismo degli archi rispetto alle corde.
Da questo argomento, nel quale il nostro autore giunge a conchiusioni
importanti e, almeno in parte, nuove, passa a considerare la teoria dei
proietti, la quale, lasciata a mezzo dal Tartaglia, fu ripresa da Galileo nei
primi suoi studi giovanili. Ci narra come fossero incerti que'primi passi e
fallaci, e più tontani dal vero di quel che ne fossero gli stessi suoì prede
cessori. Ripigliando il soggetto de'moti accelerati ci descrive l'esperienza
galileiana che condusse il suo autore ad accertarsi come veramente gli spazi
sono proporzionali ai quadrati dei tempi, e ci narra in che modo Galileo
stesso riuscisse alla dimostrazione matematica di questa nuova legge da sè
scoperta, ammettendo che le velocità son sempre e costantemente in ragion
del tempo.
importanti e, almeno in parte, nuove, passa a considerare la teoria dei
proietti, la quale, lasciata a mezzo dal Tartaglia, fu ripresa da Galileo nei
primi suoi studi giovanili. Ci narra come fossero incerti que'primi passi e
fallaci, e più tontani dal vero di quel che ne fossero gli stessi suoì prede
cessori. Ripigliando il soggetto de'moti accelerati ci descrive l'esperienza
galileiana che condusse il suo autore ad accertarsi come veramente gli spazi
sono proporzionali ai quadrati dei tempi, e ci narra in che modo Galileo
stesso riuscisse alla dimostrazione matematica di questa nuova legge da sè
scoperta, ammettendo che le velocità son sempre e costantemente in ragion
del tempo.
Dopo la dimostrazione della legge dei moti accelerati, mostra occorsa a
Galileo una nuova scoperta sui proietti, la quale consisteva nell'avere ritro
vato per esperienza che il proietto stesso descrive la curva in quel mede
simo tempo, che abbandonato a sè, per impulso della gravità naturale,
avrebbe passato il perpendicolo.
Galileo una nuova scoperta sui proietti, la quale consisteva nell'avere ritro
vato per esperienza che il proietto stesso descrive la curva in quel mede
simo tempo, che abbandonato a sè, per impulso della gravità naturale,
avrebbe passato il perpendicolo.