1Porta quidquam in coelo observavit eorum quae postea apparuerunt. Hoc
inde est quod casui fortuitisque experimentis originem inventi debere constat.
Neque enim hic vir licet Mathematicarum aliquatenus gnarus reconditas ra
tiones, quibus ars ea pro fundamentis utitur, comprehenderat ut medita
tione eam eruere posset, multoque minus illi, quos ante memoravi, homi
nes opifices ac scientiarum rudes. Fortuna vero et casu eodem perventum
nihil mirum est, cum frequens usus esset, iam a trecentis atque amplius
annis utriusque generis lentium, quibus seorsim adhibitis vitia oculorum
emendantur. Ut potius mirandum sit tamdiu rem obviam latuisse. Ceterum
ut primum Teloscopiorum Belgicorum fama sparsa erat continuo Galileus
similia illis, ac brevi multo praestantiora effecit, quibus celeberrima illa coeli
phaenomena omnium primus intuitus est ” (Lugduni Batav. 1703, pag. 163, 64).
inde est quod casui fortuitisque experimentis originem inventi debere constat.
Neque enim hic vir licet Mathematicarum aliquatenus gnarus reconditas ra
tiones, quibus ars ea pro fundamentis utitur, comprehenderat ut medita
tione eam eruere posset, multoque minus illi, quos ante memoravi, homi
nes opifices ac scientiarum rudes. Fortuna vero et casu eodem perventum
nihil mirum est, cum frequens usus esset, iam a trecentis atque amplius
annis utriusque generis lentium, quibus seorsim adhibitis vitia oculorum
emendantur. Ut potius mirandum sit tamdiu rem obviam latuisse. Ceterum
ut primum Teloscopiorum Belgicorum fama sparsa erat continuo Galileus
similia illis, ac brevi multo praestantiora effecit, quibus celeberrima illa coeli
phaenomena omnium primus intuitus est ” (Lugduni Batav. 1703, pag. 163, 64).
Le autorità del Keplero e dell'Huyghens concordi in ammetter probabi
lissimo che l'invenzione del Telescopio fosse stata inspirata a qualche ottico
dalla lettura della Magia Naturale, son di gran momento in dover aggiu
dicare al Porta i primi meriti contesigli con più ardore da'seguaci di Gali
leo che dagli stessi stranieri. È perciò che su que'due soggetti particolar
mente, su Galileo cioè e sul Porta, viene ora a indirizzarsi il filo del nostro
discorso.
lissimo che l'invenzione del Telescopio fosse stata inspirata a qualche ottico
dalla lettura della Magia Naturale, son di gran momento in dover aggiu
dicare al Porta i primi meriti contesigli con più ardore da'seguaci di Gali
leo che dagli stessi stranieri. È perciò che su que'due soggetti particolar
mente, su Galileo cioè e sul Porta, viene ora a indirizzarsi il filo del nostro
discorso.
II.
A chi conosce oramai l'indole e quel passionato ardore che trasportava
Galileo a voler essere ed apparire il solo e il primo in tutte quante le cose,
non farà maraviglia che egli si studiasse, con le arguzie dell'ingegno e col
fascino dell'eloquenza, d'ingerir nella comune opinione giudizi tutto affatto
diversi da quelli del Kepler, dell'Huyghens e degli altri sopra citati, che le
prime parti nell'invenzione del canocchiale attribuiscono al Porta. Di quelle
arguzie incominciò a fare studio il Conquistatore ambizioso infino dal primo
apparire del Nunzio Sidereo, in cui, confessando di avere avuto una vaga
notizia dell'invenzione, afferma che dietro quella ritrovò, nella sua propria
scienza delle rifrazioni, doctrinae de refractionibus innixus, la fabbrica dello
strumento. Il Keplero però gli opponeva che quella dottrina delle rifrazioni,
la quale sarebbe sola potuta bastar così a lui come all'occhialaio belga, per
riuscire alla composizione delle due lenti da veder le cose lontane; era stata
scritta prima e poteva averla ognuno pubblicamente letta nella Magia Na
turale e nei Paralipomeni a Vitellione.
Galileo a voler essere ed apparire il solo e il primo in tutte quante le cose,
non farà maraviglia che egli si studiasse, con le arguzie dell'ingegno e col
fascino dell'eloquenza, d'ingerir nella comune opinione giudizi tutto affatto
diversi da quelli del Kepler, dell'Huyghens e degli altri sopra citati, che le
prime parti nell'invenzione del canocchiale attribuiscono al Porta. Di quelle
arguzie incominciò a fare studio il Conquistatore ambizioso infino dal primo
apparire del Nunzio Sidereo, in cui, confessando di avere avuto una vaga
notizia dell'invenzione, afferma che dietro quella ritrovò, nella sua propria
scienza delle rifrazioni, doctrinae de refractionibus innixus, la fabbrica dello
strumento. Il Keplero però gli opponeva che quella dottrina delle rifrazioni,
la quale sarebbe sola potuta bastar così a lui come all'occhialaio belga, per
riuscire alla composizione delle due lenti da veder le cose lontane; era stata
scritta prima e poteva averla ognuno pubblicamente letta nella Magia Na
turale e nei Paralipomeni a Vitellione.
Galileo non si sarebbe aspettato che le franche parole del Matematico
alemanno fossero venute così presto a rintuzzare le sue pretese, ma non si
scorò per questo, nè lasciava occasione di confermar nella stima degli amici
a cui scriveva, o de'signori con cui trattava, che il Canocchiale inventato
era parto della scienza diottrica della sua mente. Alla Signoria di Venezia
alemanno fossero venute così presto a rintuzzare le sue pretese, ma non si
scorò per questo, nè lasciava occasione di confermar nella stima degli amici
a cui scriveva, o de'signori con cui trattava, che il Canocchiale inventato
era parto della scienza diottrica della sua mente. Alla Signoria di Venezia