1principio dapprima supposto per vero, si mostra, come, dopo la pubblica
zione dei dialoghi, riuscisse a Galileo di trovare quella dimostrazione, e come
la divulgasse fra gli amici e gli scolari.
zione dei dialoghi, riuscisse a Galileo di trovare quella dimostrazione, e come
la divulgasse fra gli amici e gli scolari.
Dopo i dialoghi delle Nuove Scienze sono presi in esame il trattato del
Baliani, ponendo in chiaro come da esso differisca quello del Torricelli, e
tutta la importanza che rivestono quelli del Borelli, e dimostrandosi come,
se fossero noti al mondo i manoscritti del Viviani, apparirebbe assai più
evidente com'egli fu dei primi, dei più assidui e de'più strenui propugna
tori e promulgatori delle dottrine galileiane concernenti la scienza del moto.
Baliani, ponendo in chiaro come da esso differisca quello del Torricelli, e
tutta la importanza che rivestono quelli del Borelli, e dimostrandosi come,
se fossero noti al mondo i manoscritti del Viviani, apparirebbe assai più
evidente com'egli fu dei primi, dei più assidui e de'più strenui propugna
tori e promulgatori delle dottrine galileiane concernenti la scienza del moto.
Infine l'autore nostro ha voluto prendere in esame alcune difficoltà pro
mosse contro le dottrine galileiane dagli scienziati stranieri intrattenendosi più
particolarmente a far rilevare le incongruenze e gli invidiosi fastidi cartesiani.
mosse contro le dottrine galileiane dagli scienziati stranieri intrattenendosi più
particolarmente a far rilevare le incongruenze e gli invidiosi fastidi cartesiani.
Come ogni parte di scienza sperimentale in Italia incomincia con Ga
lileo, così il nostro autore dà principio alla storia dell'applicazione di essa
alle dottrine intorno al moto delle acque, esponendo le speculazioni e le espe
rienze, colle quali il nuovo Archimede promosse la scienza dell'equilibrio
de'liquidi, iniziata già dall'Archimede antico. Passa poi a narrare come e
quando il Castelli riuscisse a formulare ed a dimostrare geometricamente le
proposizioni fondamentali di questa scienza, che cioè le quantità dell'acqua
fluente da una luce son proporzionali alla velocità moltiplicata per la se
zione; narrando poi come, da questa, il Castelli stesso svolgesse una serie
di proposizioni o teoremi, che compongono il primo libro della misura delle
acque correnti.
lileo, così il nostro autore dà principio alla storia dell'applicazione di essa
alle dottrine intorno al moto delle acque, esponendo le speculazioni e le espe
rienze, colle quali il nuovo Archimede promosse la scienza dell'equilibrio
de'liquidi, iniziata già dall'Archimede antico. Passa poi a narrare come e
quando il Castelli riuscisse a formulare ed a dimostrare geometricamente le
proposizioni fondamentali di questa scienza, che cioè le quantità dell'acqua
fluente da una luce son proporzionali alla velocità moltiplicata per la se
zione; narrando poi come, da questa, il Castelli stesso svolgesse una serie
di proposizioni o teoremi, che compongono il primo libro della misura delle
acque correnti.
Opportunamente avverte l'autore, che il Bisenzio fu in Toscana il primo
fiume, a cui si applicassero le nuove leggi idrauliche già scoperte, e perciò
egli prende a narrare l'occasione ed il modo particolare di questa applica
zione; e, sottoponendo a diligente esame storico-critico le dottrine meccanico
idrauliche professate da Galileo nella lettera o trattato del fiume Bisenzio,
discute la celebre questione insorta fra lui e Andrea Arrighetti. Con altret
tanta diligenza viene poi esaminata l'altra delle scritture idrauliche galileiane
rimasteci, cioè il breve discorso contro il Bertizzolo. Ritorna poi al Castelli,
il quale, preparandosi con speculazioni ed esperienze nuove a risolvere la
questione della laguna veneta, s'abbattè a scoprire un fatto, nella dimo
strazione del quale lo sovvenne il Cavalieri; e degli incidenti a questo ar
gomento relativi è fornita una narrazione particolareggiata ed importante.
fiume, a cui si applicassero le nuove leggi idrauliche già scoperte, e perciò
egli prende a narrare l'occasione ed il modo particolare di questa applica
zione; e, sottoponendo a diligente esame storico-critico le dottrine meccanico
idrauliche professate da Galileo nella lettera o trattato del fiume Bisenzio,
discute la celebre questione insorta fra lui e Andrea Arrighetti. Con altret
tanta diligenza viene poi esaminata l'altra delle scritture idrauliche galileiane
rimasteci, cioè il breve discorso contro il Bertizzolo. Ritorna poi al Castelli,
il quale, preparandosi con speculazioni ed esperienze nuove a risolvere la
questione della laguna veneta, s'abbattè a scoprire un fatto, nella dimo
strazione del quale lo sovvenne il Cavalieri; e degli incidenti a questo ar
gomento relativi è fornita una narrazione particolareggiata ed importante.
Il regolamento delle Chiane, morto Galilei, fu uno dei primi e princi
pali problemi offertisi a risolvere a'discepoli di lui. Il Michelini proponeva,
per velocitarne il corso, di abbassar lo sbocco del fiume; il Torricelli si op
poneva, propugnando il principio che le velocità sono da regolarsi, non se
condo il declivio dell'alveo, ma della superficie dell'acqua. Le fasi diverse
di questo dibattito sono accuratamente studiate dal nostro autore nelle cause
e nelle conseguenze.
pali problemi offertisi a risolvere a'discepoli di lui. Il Michelini proponeva,
per velocitarne il corso, di abbassar lo sbocco del fiume; il Torricelli si op
poneva, propugnando il principio che le velocità sono da regolarsi, non se
condo il declivio dell'alveo, ma della superficie dell'acqua. Le fasi diverse
di questo dibattito sono accuratamente studiate dal nostro autore nelle cause
e nelle conseguenze.