1cosicchè l'ammettere l'esistenza d'ingegni veramente creatori è un
errore in filosofia, com'è un errore in fisica l'ammettere la gene
razione spontanea.
errore in filosofia, com'è un errore in fisica l'ammettere la gene
razione spontanea.
Non dissimuliamo che la legge ora annunziata viene a porre
in grande impaccio i neoterici, i quali ammettono che, così nel
l'ordine cosmico, come nell'intellettuale, tutto sia giunto per sè
al presente grado di perfezione, per via di successivo, graduale e
spontaneo svolgimento. Che se, non potendo conciliare i fatti con
la necessità che li governa, alcuni altri sapienti ammettono un prin
cipio prestabilito all'ordine mondano e una primitiva civiltà rive
lata, hanno tuttavia diritto di credere nell'esistenza di quel primo
Architettore del mondo e di quel primo Maestro dell'uomo, che
essi appellano col nome di Dio, infintanto che gli scienziati novelli
non sieno giunti a dimostrar con più di evidenza le misteriose ori
gini della civiltà e del cosmo.
in grande impaccio i neoterici, i quali ammettono che, così nel
l'ordine cosmico, come nell'intellettuale, tutto sia giunto per sè
al presente grado di perfezione, per via di successivo, graduale e
spontaneo svolgimento. Che se, non potendo conciliare i fatti con
la necessità che li governa, alcuni altri sapienti ammettono un prin
cipio prestabilito all'ordine mondano e una primitiva civiltà rive
lata, hanno tuttavia diritto di credere nell'esistenza di quel primo
Architettore del mondo e di quel primo Maestro dell'uomo, che
essi appellano col nome di Dio, infintanto che gli scienziati novelli
non sieno giunti a dimostrar con più di evidenza le misteriose ori
gini della civiltà e del cosmo.
Dell'ammettere l'esistenza di quel primo Maestro, che per mezzo
della madre si comunica al bambinello, sentirono vivamente il bi
sogno, così il Reid, come i pedagogisti inspiràti agl'insegnamenti
di lui, e negando, anzi, come si disse, che le prime notizie appro
dino alla mente per via dei sensi, non dubitarono d'affermar che
l'intelletto s'apre alla luce di Dio, come s'apre il fiore al primo
raggio di sole. Dio che è luce, l'intelletto umano, il qual è l'occhio
che vede, gli esseri creati, che s'irraggiano di quella divina luce
e la riflettono al veggente, formano il soggetto e compongono l'en
ciclopedia di tutto il nostro sapere. Lasciando ad altri di trattar la
scienza che riguarda il primo e il secondo di que'soggetti, quel che
importa a noi non è propriamente che il terzo, le prime notizie del
quale vediamo com'incominci ad apprenderle il bambino.
della madre si comunica al bambinello, sentirono vivamente il bi
sogno, così il Reid, come i pedagogisti inspiràti agl'insegnamenti
di lui, e negando, anzi, come si disse, che le prime notizie appro
dino alla mente per via dei sensi, non dubitarono d'affermar che
l'intelletto s'apre alla luce di Dio, come s'apre il fiore al primo
raggio di sole. Dio che è luce, l'intelletto umano, il qual è l'occhio
che vede, gli esseri creati, che s'irraggiano di quella divina luce
e la riflettono al veggente, formano il soggetto e compongono l'en
ciclopedia di tutto il nostro sapere. Lasciando ad altri di trattar la
scienza che riguarda il primo e il secondo di que'soggetti, quel che
importa a noi non è propriamente che il terzo, le prime notizie del
quale vediamo com'incominci ad apprenderle il bambino.
O rivolga egli spontanea l'attenzione agli oggetti circostanti, o
alcuno, vezzeggiandolo, glieli presenti innanzi e lo inviti e lo alletti
a riguardarli, lo vediamo immobile e contemplativo tener fissi gli
occhi in que'medesimi oggetti. Dop'esser rimasto alquanto in quella
estatica contemplazione, il bambinello, che non ha ancora incomin
ciato a pigliar possesso del mondo, se l'oggetto in qualche modo
lo alletta, colla bellezza delle forme esteriori e del colore, stende
innanzi il braccio e apre la mano per prendersi quell'oggetto, ma
è notabile ch'ei non si sporga punto per aggiungerlo, cosicchè se
gli riesce più lontano di quel che bisogni per toccarlo, mena a vuoto
a tresca per l'aria con quel braccio teso e con quella manina aperta.
Questo è segno che egli non ha ancora imparato a misurar la di-
alcuno, vezzeggiandolo, glieli presenti innanzi e lo inviti e lo alletti
a riguardarli, lo vediamo immobile e contemplativo tener fissi gli
occhi in que'medesimi oggetti. Dop'esser rimasto alquanto in quella
estatica contemplazione, il bambinello, che non ha ancora incomin
ciato a pigliar possesso del mondo, se l'oggetto in qualche modo
lo alletta, colla bellezza delle forme esteriori e del colore, stende
innanzi il braccio e apre la mano per prendersi quell'oggetto, ma
è notabile ch'ei non si sporga punto per aggiungerlo, cosicchè se
gli riesce più lontano di quel che bisogni per toccarlo, mena a vuoto
a tresca per l'aria con quel braccio teso e con quella manina aperta.
Questo è segno che egli non ha ancora imparato a misurar la di-