1linee LH, MH, NH, di 90, di 160 e di 250 piedi, in quindici, in venti, in
venticinque vibrazioni, ossia in tempo triplo, quadruplo e quintuplo di quel
primo.
venticinque vibrazioni, ossia in tempo triplo, quadruplo e quintuplo di quel
primo.
Venendo dopo ciò il Riccioli, con trepido desiderio, a fare il conto de
gl'incrementi subiti, per decider se procedevano secondo la serie da Galileo
proposta, o secondo quell'altra, ch'egli aveva sospettata più vera, al vedersi
tornar sotto la punta della penna 10—40=30, 90—40=50, 160—90=
70, 250—160=90, precisamente insomma secondo la serie de'numeri im
pari; ebbe a rimanerne stupito. E tuttavia fermo in credere che fosse riu
scito Galileo alla sua scoperta, per diritta via sperimentale, non si poteva
dar pace come, da esperienze così imperfette e necessariamente fallaci, avesse
potuto quell'uomo così puntualmente coglier nel vero.
gl'incrementi subiti, per decider se procedevano secondo la serie da Galileo
proposta, o secondo quell'altra, ch'egli aveva sospettata più vera, al vedersi
tornar sotto la punta della penna 10—40=30, 90—40=50, 160—90=
70, 250—160=90, precisamente insomma secondo la serie de'numeri im
pari; ebbe a rimanerne stupito. E tuttavia fermo in credere che fosse riu
scito Galileo alla sua scoperta, per diritta via sperimentale, non si poteva
dar pace come, da esperienze così imperfette e necessariamente fallaci, avesse
potuto quell'uomo così puntualmente coglier nel vero.
Gli passò per la mente il sospetto che qualche errore fosse scorso, o
nelle osservazioni sue proprie o in quelle del Grimaldi, e perciò volle ripe
tere l'esperienza, servendosi di un altro pendolo, che batteva un minuto
secondo preciso di tempo sidereo. Nè contento ancora, provò in altri modi,
e sempre costantemente riducevasi il conto a dire che gli spazi crescono se
condo la serie de'numeri impari, e che perciò vanno veramente come i qua
drati dei tempi. “ Ergo ad p. Bonaventuram Cavalerium, in bononiensi uni
versate primarium Matheseos professorem, et quondam Galilaei alumnum,
me contuli, cum p. Grimaldo, ipsique narravi consensum meorum experi
mentorum cum experimentis Galilaei, quoad hanc quidem proportionem,
neque enim ille, chiragra simul et podagra lectulo aut sellulae affixus, in
teresse ipsis poterat. Incredibile autem dictu est quantopere ex nostra hac
contextatione fuerit exhilaratus ” (Almag. novum, T. II cit., pag. 386).
nelle osservazioni sue proprie o in quelle del Grimaldi, e perciò volle ripe
tere l'esperienza, servendosi di un altro pendolo, che batteva un minuto
secondo preciso di tempo sidereo. Nè contento ancora, provò in altri modi,
e sempre costantemente riducevasi il conto a dire che gli spazi crescono se
condo la serie de'numeri impari, e che perciò vanno veramente come i qua
drati dei tempi. “ Ergo ad p. Bonaventuram Cavalerium, in bononiensi uni
versate primarium Matheseos professorem, et quondam Galilaei alumnum,
me contuli, cum p. Grimaldo, ipsique narravi consensum meorum experi
mentorum cum experimentis Galilaei, quoad hanc quidem proportionem,
neque enim ille, chiragra simul et podagra lectulo aut sellulae affixus, in
teresse ipsis poterat. Incredibile autem dictu est quantopere ex nostra hac
contextatione fuerit exhilaratus ” (Almag. novum, T. II cit., pag. 386).
Il Cavalieri, così devotamente affezionato al suo Maestro, ripensava, in
mezzo ai dolori atroci della podagra, alla consolazione che avrebbe dovuto
provare a una tal notizia il buon vecchio, il quale avrebbe potuto dire di
morir contento, dop'essere stato fatto finalmente certo che la sua Nuova
scienza non era una semplice ipotesi, ma un fatto reale, e che le sue pro
posizioni Del moto non erano da rassomigliare alle conclusioni dimostrate
da Archimede circa la spirale, vere solamente in astratto “ per non ri
trovarsi in natura mobile, che in quella maniera spiralmente si muova ”
(Alb. VII, 157).
mezzo ai dolori atroci della podagra, alla consolazione che avrebbe dovuto
provare a una tal notizia il buon vecchio, il quale avrebbe potuto dire di
morir contento, dop'essere stato fatto finalmente certo che la sua Nuova
scienza non era una semplice ipotesi, ma un fatto reale, e che le sue pro
posizioni Del moto non erano da rassomigliare alle conclusioni dimostrate
da Archimede circa la spirale, vere solamente in astratto “ per non ri
trovarsi in natura mobile, che in quella maniera spiralmente si muova ”
(Alb. VII, 157).
Nel 1651 si divulgarono l'esperienze del Riccioli, rimaste fin'allora so
lamente note ai familiari e agli amici, e per quelle varie descrizioni, che si
leggevano nel II tomo dell'Almagesto nuovo, si mostrava la verità presa da
così sottil arte, e avvinta da così stretti legami, che nessuno osò poi più di
mettere in dubbio se l'accelerazione dei gravi, qual consegue dal supporre
crescenti le velocità come i tempi, fosse un fatto fisico o una matematica
esercitazione. Sotto questo duplice abito, fisico matematico, fece la Scienza
del moto la sua prima e solenne comparsa nell'Orologio oscillatorio del
l'Huyghens, la seconda parte del quale, a stabilir le leggi della discesa dei
gravi, incomincia dal dimostrare i teoremi di Gelileo. Consistendo i princi-
lamente note ai familiari e agli amici, e per quelle varie descrizioni, che si
leggevano nel II tomo dell'Almagesto nuovo, si mostrava la verità presa da
così sottil arte, e avvinta da così stretti legami, che nessuno osò poi più di
mettere in dubbio se l'accelerazione dei gravi, qual consegue dal supporre
crescenti le velocità come i tempi, fosse un fatto fisico o una matematica
esercitazione. Sotto questo duplice abito, fisico matematico, fece la Scienza
del moto la sua prima e solenne comparsa nell'Orologio oscillatorio del
l'Huyghens, la seconda parte del quale, a stabilir le leggi della discesa dei
gravi, incomincia dal dimostrare i teoremi di Gelileo. Consistendo i princi-