Pochi anni appresso riscontravasi in questi medesimi pensieri anche il
Newton, mosso dalla considerazione del vedersi diffondere il calore anche
nel vuoto. “ Si in duobus amplis altisque vitris cylindraceis inversis duo
parva Thermometra ita sint suspensa, ut vitrum non contingant: aerque ex
horum vitrorum altero sit exhaustus, vitraque hoc modo comparata e loco
frigido in calidum deferantur, utique Thermometrorum id quod erit in va
cuo incalescet nihilo minus, neque fere tardius quam id quod non sit in
vacuo. Annon iam calor ille exterior trans vacuum defertur, vibrationibus
medii cuiusdam longe quam est aer subtilioris, quod quidem medium, exhau
sto aere, tamen adhuc in vacuo supersit?... Huiusque medii vibrationes
annon in corporibus calidis, ut eorum calor intensior sit et durabilior effi
ciunt? Et corpera calida annon calorem suum in frigida contigua transfe
runt, vibrationibus huiusce medii e calidis in frigida propagatis? ” (Optices,
Lib. III, que XVIII, Patavii 1773, pag. 142).
Newton, mosso dalla considerazione del vedersi diffondere il calore anche
nel vuoto. “ Si in duobus amplis altisque vitris cylindraceis inversis duo
parva Thermometra ita sint suspensa, ut vitrum non contingant: aerque ex
horum vitrorum altero sit exhaustus, vitraque hoc modo comparata e loco
frigido in calidum deferantur, utique Thermometrorum id quod erit in va
cuo incalescet nihilo minus, neque fere tardius quam id quod non sit in
vacuo. Annon iam calor ille exterior trans vacuum defertur, vibrationibus
medii cuiusdam longe quam est aer subtilioris, quod quidem medium, exhau
sto aere, tamen adhuc in vacuo supersit?... Huiusque medii vibrationes
annon in corporibus calidis, ut eorum calor intensior sit et durabilior effi
ciunt? Et corpera calida annon calorem suum in frigida contigua transfe
runt, vibrationibus huiusce medii e calidis in frigida propagatis? ” (Optices,
Lib. III, que XVIII, Patavii 1773, pag. 142).
La legge della varia intensità calorifica al variare della distanza, che
ritrovò più facile la sua dimostrazione dappoichè s'introdussero nella scienza
le ipotesi prima professate da'nostri Bolognesi e poi dal Newton, era una
delle principali che concernessero il calorico raggiante, ma ve n'erano altre
pure che avevano richiamato a sè lo studio de'Filosofi con maggiore atten
zione. Fra questi è da annoverarsi la legge del vario riscaldamento de'corpi
dipendente dalle varie inclinazioni de'raggi calorifici emessi. Al problema
proposto a risolvere da lungo tempo alla scienza perchè l'estate sia più
calda dell'inverno, non era difficile rispondere attribuendo l'effetto naturale
al Sole, che si volge intorno alla Terra con guardo ora più ora meno obli
quo. Ma restava a dimostrar come mai e con qual proporzione l'intensità
calorifica sopra una data superficie scemi, crescendo l'obliquità del raggio
incidente.
ritrovò più facile la sua dimostrazione dappoichè s'introdussero nella scienza
le ipotesi prima professate da'nostri Bolognesi e poi dal Newton, era una
delle principali che concernessero il calorico raggiante, ma ve n'erano altre
pure che avevano richiamato a sè lo studio de'Filosofi con maggiore atten
zione. Fra questi è da annoverarsi la legge del vario riscaldamento de'corpi
dipendente dalle varie inclinazioni de'raggi calorifici emessi. Al problema
proposto a risolvere da lungo tempo alla scienza perchè l'estate sia più
calda dell'inverno, non era difficile rispondere attribuendo l'effetto naturale
al Sole, che si volge intorno alla Terra con guardo ora più ora meno obli
quo. Ma restava a dimostrar come mai e con qual proporzione l'intensità
calorifica sopra una data superficie scemi, crescendo l'obliquità del raggio
incidente.
La dimostrazione del Teorema fu de'primi a tentarla Giovan Batista
Benedetti, studiandosi d'esplicare un concetto espresso così nella LVII del
X libro di Vitellione: “ Radios corporis luminosi per reflexionem vel re
fractionem aggregari palam est ” (Perspectiva cit., pag. 281). Sieno QP, BD
(fig. 50, 51), dice il Benedetti, due superficie uguali, e sopra la prima cada
115[Figure 115]
Benedetti, studiandosi d'esplicare un concetto espresso così nella LVII del
X libro di Vitellione: “ Radios corporis luminosi per reflexionem vel re
fractionem aggregari palam est ” (Perspectiva cit., pag. 281). Sieno QP, BD
(fig. 50, 51), dice il Benedetti, due superficie uguali, e sopra la prima cada
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Figura 50.
116[Figure 116]
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