Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d' alzar acque da' lvoghi bassi : Per adacquar terreni. Per leuar l' acque sorgenti, & piouute dalle ca[m]pagne, che non possono naturalmente dare loro il decorso. Per mandare l' acqua da bere alle Città, che n' hannobisogno, & per altri simili vsi. ; Opera non piu stampata
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              <s>DE' TRE DISCORSI SOPRA
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              IL MODO D'ALZAR ACQVE
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              DISCORSO TERZO.
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              SO, CHE
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              coloro, che leggono queſti miei ragio­
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              namenti, ſono aſpettato a queſta ulti­
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              ma parte, come ad ultimo fine della
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              machina, & delle tante ragioni, che
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              di ſopra ſi ſono annouerate: impero­
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              diſcorſi delle coſe, il fine delle quali è
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              l'operatione, apprezzino la uaghez­
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              za delle cagioni loro; ſe non ne ueggono poi ſubito ſeguire utilità
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              alcuna manifeſta, & approuata dall'eſperienza. </s>
              <s>Gli huomini,
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              per lo piu, con un certo iſtinto ſeguendo l'auiſo di Socrate, laſciano
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              le ſpeculationi a quelli ſpiriti, che non diſtratti dalla neceſſità delle
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              conditioni conſeruatrici della uita ciuile, tentano quaſi traſmutarſi
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              nella natura delle menti celeſti; & piu preſto
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              all'ope­
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              rationi, cercano quanto prima di conoſcerne l'uſo, per conſeguirne
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              piu uicino, che ſia poſſibile, l'utilità, che da principio ſi propoſero.
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              <s>Ma io non uorrei dare occaſione a qualchuno di queſti prattici del
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              mondo, che diceſſe a me quaſi nell'iſteſſo modo, benche in diuerſo
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              ſoggetto, cio che fu riſpoſto a quel gran filoſofo Atenieſe da un Spar
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              tano del tutt o ignorante delle ſcienze: percioche dicendogli il Fi­
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              loſofo, che ſi marauigliaua, che in Iſparta non ui fuſſe alcuno, che
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              ſapeſſe rendere ragione della ſcienza ciuile, o ſapeſſe le cagioni de
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              le uirtù morali, delle quali è conueneuole, che ſia ornato l'ammo
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              noſtro: riſpoſe lui lo Spartano, & io mi marauiglio aſſai piu, che
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              in Iſparta, oue non ſi ſa diſputare delle uirtù, & de'uitij, ſieno per
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              la maggior parte huomini di buoni coſtumi, & ſi uiua
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