Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d' alzar acque da' lvoghi bassi : Per adacquar terreni. Per leuar l' acque sorgenti, & piouute dalle ca[m]pagne, che non possono naturalmente dare loro il decorso. Per mandare l' acqua da bere alle Città, che n' hannobisogno, & per altri simili vsi. ; Opera non piu stampata
page |< < of 119 > >|
    <archimedes>
      <text>
        <body>
          <chap>
            <pb xlink:href="021/01/060.jpg" pagenum="40"/>
            <p type="head">
              <s>DE TRE DISCORSI SOPRAIL MODO D'ALZAR ACQVE
                <lb/>
              DA' LVOGHI BASSI.</s>
            </p>
            <figure id="id.021.01.060.1.jpg" xlink:href="021/01/060/1.jpg" number="5"/>
            <p type="head">
              <s>
                <emph type="italics"/>
              DISCORSO SECONDO.
                <emph.end type="italics"/>
              </s>
            </p>
            <p type="main">
              <s>S
                <emph type="italics"/>
              I
                <emph.end type="italics"/>
              GRANDE
                <emph type="italics"/>
              è la potenza del moto
                <lb/>
              locale, che quaſi tutte le ſoſtanze, &
                <lb/>
              l'opere della natura, & de gli huomi­
                <lb/>
              ni o ſi conoſcono, o ſi conducono a fine
                <lb/>
              col mezo ſuo. </s>
              <s>Il moto retto, & il cir­
                <lb/>
              colare ci ſcoprono le forme de gli ele­
                <lb/>
              menti, & de'cieli; & niſſuna opera­
                <lb/>
              tione de'corpi naturali rieſce qua giu,
                <lb/>
              di cui non ſia mezo, come d'uniuerſal
                <lb/>
              cagione, il mouimento delle stelle; & come di piu uicina, le traſinu
                <lb/>
              tationi della luna: fra le quali, ſe uero è cio che inſegna Ariſtotele,
                <lb/>
              ſempre precede il moto locale. </s>
              <s>Ma quanto piu queſto moto ſarà
                <lb/>
              ueloce, & gagliardo; tanto piu gli effetti, & l'opere della natura
                <lb/>
              ſaranno potenti, & facili: il che ſi uede nel corſo de'Pianeti, & di
                <lb/>
              tuttele stelle; nell'eſſalati one de'uenti, ne'terremoti, nelle procelle
                <lb/>
              del mare, ne i tuoni, ne i baleni, & ſpecialmente nel grande artifi­
                <lb/>
              cio, che ha uſato la madre natura, formando ſi belli, & diuerſi
                <lb/>
              organi del moto ne gli animali, & dando loro la facultà dell'ani­
                <lb/>
              ma motrice piu gagliarda, che ſia stato poſſibile al grado della
                <lb/>
              perfettione delle forme loro. </s>
              <s>onde quelli ammali, che ſono di mag­
                <lb/>
              giori forze in queſta facultà, ſono aſſai piu prezzati, & temuti da
                <lb/>
              gli altri del ſuo genere: & fra quelli gli huomini da gli huomini
                <lb/>
              iſteſſi. </s>
              <s>tali ſono fra gli animali di terra, l'elefante, il leone, il ca­
                <lb/>
              uallo, il toro: fra gli augelli il griffo, l'aquila, il falcone: fra'ſer­
                <lb/>
              penti li dragoni: & fra peſci molti, de'quali hora non importa raſ­
                <lb/>
              ſegnarne il nome. </s>
              <s>L'huomo conoſcendo queſto, con l'aiuto del di­
                <lb/>
              ſcorſo, che a lui è stato conceſſo in uece di tutte quelle parti, nelle
                <emph.end type="italics"/>
              </s>
            </p>
          </chap>
        </body>
      </text>
    </archimedes>
Impressum