Tartaglia, Niccolo, Quesiti et inventioni diverse, 1554

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1accreſceria il detto tiro tanto quanto fece il primo terzo, cioe chel non accreſcera quel
li paſſa.
250. che fu ſuppoſto che faceſſe il primo terzo, ma creſceria molto manco de
dettipaſſa.
250. & ſimilmente, che ui aggiongeſſe anchora un'altro terzo di poluere di
piu queſt'altro terzo accreſceria pur il tiro, ma molto manco di quello hauera fatto lo
ſecondo terzo, che fu aggionto, ſi che ogni accreſcimento di poluere andaria per fina à
un certo termine ſempre accreſcendo alquanto il tiro, ma tal creſcere andaria ſempre
ſminuendo del ſuo anciano per fina al detto termine, ma da quello termine in ſuſo che ui
aggiongeſſe piu poluere non faria accreſcere piuil detto tiro, anci potria eſſer tanto lo
accreſcimento della poluere che non ſolamente la non faria creſcere, ma faria calare aſ
ſai il detto tiro. P. Voi diceti una coſa, che non mi conſona molto, cioe à dire che ui ſe
potria aggiongere, ouer accreſcerui tanta poluere oltra à un certo termine, che non ſo
lamente la non faria accreſcere il tiro à tal pezzo, ma che lo faria callare, la qual coſa
me pare molto fuora diragione. N. Anci è ragioneuole per commun prouerbio: qual
dice, che ogni ſuperchio rompe il coperchio, & per chiarire ben queſto dubbio biſo­
gna uenir alli eſtremi.
Et per tanto dico, che chicargaſſe queſto tal pezzo con tanta
poluere quanto puo tener la canna, laſſandoui ſolamente nella iſtremita di detta canna
tanto diuacuo quanto è il diametro della balla, cioe tanto che ui ſt poteſſe mettere la bal
la à pena, & tir arlo poi in tal modo cargato, adimando à uoſtra Signoria, ſe quella cre
de, che quello tiraria piu, ouer meno di quello faria à cargarlo ſecondo l'ordinario, cioe
con dui terzi poluere di quello peſa la balla. P. Io credo che chi il tiraſſe in tal modo
cargato che tal pezzo crepparia, & che uer amente il ſuperchio di detta poluere, rom
peria il coperchio (come dice il uoſtro prouerbio) cioe che romperia il detto pezzo.
N. Non uoglio ſtare à diſputare che in un tal caſo, tal pezzo doueſſe ragioneuolmen
te creppare, ouer non creppare, perche longa ſaria tal diſputta, ma ſuppoǹiamo pur,
che tal pezzo non creppaſſe. P. In queſto caſo che gli poneſſe una balla che ui entraſ
ſe talmente ſtretta, che fuſſe neceſſario à farla entrar per forza di mazzate. Io ten­
go per fermo che tiraria molto lontano. N. In tutte le coſe che ſono ſtate dette, et che
ſe hanno da dire, circa alle coſe di tiri delle artegliarie, ſempre ſe ſuppone (non ſpecifi­
cando altro) che le balle ſiano, eguale ſi in grandezza, come di peſo, etiam che ſiano
egualmente rotonde, perche ciaſcuno di questi accidenti fanno uarìar li tiri. E per tan­
to in queſto noſtro caſo dico, che ſe debbe intendere, che la balla che ſe ha datir are conla
canna piena di poluer ſia di quella medeſima qualita di peſo, miſura, & rotondita, che
quella che ſe ha da tirare ſecondo l'ordinario, cioe con li dui terzi poluere di quello pe
ſa la balla. P. Pigliandola per il modo che uoi diceti, in effetto la coſa è dubbioſa. N.
Non ui è dubbio alcuno, anci è coſa certa che tirandola conla canna piena di poluere ti
rara molto, & molto manco di quello faria con la poluere ordinaria. P. Perche ra­
gione. N. Laragion è queſta, che ognipoluere (per fina che la ſia) abbruſa in tem­
po, cioe che prima abbruſa quella che ſe ritroua nel luoco doue ui ſe da fuoco, di quella
che è alquanto remota dal detto luoco, & quella, che è piu propinqua al detto luoco ſe
abbruſa alquanto auanti di quella, che ui è men propinqua, ouer che ui è piu remota,
ſtante adunque queſta propoſitione, eglie manifeſto che qual ſi uoglia parte di quella tal
poluere, che ſe ritroua nella canna del detto pezzo, che ſia piu propinqua al foro doue

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