Gallaccini, Teofilo, Perigonia, o vero degli angoli, ca. 1590-1598

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1vedere esaminando tutte le scienze ed arti. Gli angoli adunque che si adoperano in questa parte di Prosp.son que’ che si appellano dell’Incidenza e del Reflettimento, i quali si formano da’ raggi del Sole altresì negli specchi, nell’acqua ed in altra maniera di corpi ne’ quali s’incontrano. Di questi ragionaremo in questo luogo, ma avanti che cominciamo, per continuar in parte il presente ragionamento, con le cose dette, bisogna avvertire che la parte della Prosp. ottica ragiona de’ raggi visuali in quanto appartengono al vedere gli obbietti dirittamente nel mezzo illuminato; che pertanto Euclide nella sua Prosp. fece questo supposto, che ‘raggi che escon dall’occhio si muovono per retta linea, como ancho afferma Eliodoro Larisseo e l’Arcivescovo di Cantauria nella concl. 48 della prima parte della Prop. Comm., ove dice, facilmente vedersi gli obbietti dirittamente. Ma nel mezzo illuminato; perciochè questo stesso autore nella concl. 49 afferma che nissuna cosa si può vedere senza lume. Il che oltre alla sperienza, si conferma dal filosofo nel dell’Anima nella part. 67 dove afferma che ‘l colore non si può veder senza ‘l lume el mezzo nel quale si vede non essendo illuminato non può render colore alcuno. Oltre che secondo Francesco Piccolomini nel Duodo nel cap. 5 del 6. Il lume si trova negli obbietti per cagion del mezzo, pel quale passa; che non può giogner da uno estremo, cioè dal corpo luminoso all’altro estremo, cioè all’obbietto senza passar pel mezzo. La parte specularia è tutta volta alla consideratione e all’uso
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de’
raggi del lume e de’ visuali.
Perciochè se l’ottica considera i raggi visuali in quanto si adoperano alla vista dirittamente fatta, poiché procede secondo la dirittura de’ raggi che uscendo dall’occhio e terminando nell’obbietto formano ‘l conio; la specularia all’incontro ragiona de’ raggi visuali in quanto appartengono al vedere per modo reflesso negli specchi illuminati insieme col mezzo. Per modo reflesso dico, perciochè la vista in essi vien regolata secondo ‘l reflettimento de’ raggi che si partano dall’occhio per andar a trovar l’obbietto e la sua immagine impressa negli specchi, ne’ quali, essendo piani o ritondi e convessi e concavi (secondo Eucl. nel primo teor.) i raggi visuali si ripiegano ad angoli uguali, come s’avvertisce da Ignatio Danti sopra la terza supp. d’Eucl. negli specchi e per la gran conformità posta in fra la luce e gli occhi (onde è che da pochi sono stati chiamati lumi, splendori, stelle e soli) ciò che de’ raggi visuali s’è detto dirsi dee de’ raggi della luce del Sole, anzi principalmente di questi. Perciochè ancho essi non solamente negli specchi qualunque sieno; ma anchora ne’ corpi lucidi, come nelle gioie e nelle pietre egregiamente polite anzi nella terra anchora, benchè opaca e varia di colori e di superficie; si reflettano con varie specie d’angoli ed in ogni ripiegamento formano dall’una e l’altra banda angoli uguali, poiché sempre si ripiegano in un punto. Ma bisogna avvertire che benchè i raggi visuali e raggi del Sole riflettendosi negli specchi formino angoli uguali, con tutto ciò in fra essi è qualche differenza, che altro è l’angolo della Reflession de’ raggi visuali

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