Gallaccini, Teofilo, Perigonia, o vero degli angoli, ca. 1590-1598

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E questo sia a bastanza per raccontar l’uso degli angoli nella prospettiva Scenografica; perciochè tutto l’uso di essi per quanto s’è fin qui da me osservato consiste in questi quattro capi o in altri che ad essi si riducano; che se altri con più diligenza di me osservando le ragioni e le pratiche di questa parte di Prospettiva trovarà altri usi d’angoli in essa ve l’aggionghi che a me è bastato solamente trovarne tanti quanti fussero bastevoli a pruovar la mia ‘ntentione.
Cap. 17
Tutta la somma delle Meccaniche si riduce alla lieva, alla bilanca ed alla statera, come apertamente potrà vedere qualunque con diligenza osservarà Le Questioni Mec. d’Arist. e ‘n queste è manifesto l’uso degli angoli; perciochè la lieva ( stromento col mezzo del quale qualunque movente, benchè di poca virtù, muove, con gran facilità ogni peso, al cui movimento naturalmente si richiedano più moventi) non muove peso alcuno se posata nel piano della terra non forma angoli disuguali e se fermata nel centro che è ‘l sotto lieva in esso non costituisce angoli uguali o simili: finalmente se ella con la sua estremità formando una portion di circonferenza in essa non costituisce angoli retti sferali, come si può vedere in A. B. Perciochè nel movimento della lieva si presuppongano cinque cose, come si può ritrar da Arist. nelle Mecc.
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ciò
sono el termine che sta immobile; perciochè tutto quello che si muove si muove sopra qualche cosa immobile e questo si è ‘l centro detto sotto lieva o quel che è posto in sua vece; la linea della terra perciochè le cose gravi che si muovano dalla forza della lieva si muovano per lo spatio che è nella superficie della terra; la lieva stessa che è lo stromento che si adatta al movimento e supplisce la forza manchevole nel movente; la linea che scaturisce da centro che rappresenta la stessa linea; le circonferenze formate dalle due stremità della lieva.
Vi si aggiogne il termine mobile che sono le stremità della lieva: el movente congionto con la lieva, che prende la virtù di molti moventi insieme uniti. E per ripigliar da capo tutte le sopra dette cose bisogna dire che posta la linea della terra e ‘l termine immobile sul quale si regge e si muove la lieva e la linea della stessa lieva necessariamente bisogna che passando pel detto punto e terminando nella linea della terra formi da una banda un angolo ottuso e dall’altra un acuto; perciochè la natura della lieva non è d’esser secondo la linea perpendicolare ma secondo la inclinata alla giacente del piano che tosto che la lieva è fatta perpendicolare sul piano della terra ha finito insieme col suo corso tutta la sua forza; come movendosi la linea A.D. fermata ne centro C. infine al B. di maniera che si converta nella B.D. perpendicolare, segue di muovere il peso C.F. ma se più oltre si muovesse, non havrebbe

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