Gallaccini, Teofilo, Perigonia, o vero degli angoli, ca. 1590-1598

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1gli huomini grandi guardati in ogni angolo dalle bombarde: similmente con tre lunette, le cui fronti si formano da’ cannoni loro, di modo che in mezzo rimanga uno spatio triangolare di linee curve, dove sieno in mezzo le insegne e le persone principali guardate da ogn’angolo con l’artigliaria: o con una figura triangolare accompagnata da ogni banda da un’ala di soldati fatta con una portione di lunetta, sì che amedue l’ale servono per braccia; perciochè la base di tal figura è una lunetta, che avanzando da ogni banda ugualmente, fa fronte verso l’angolo superiore, che è la fronte principale del battaglione, come si suol fare con le picche: Finalmente con due romboidi e con un rombo, che le congionga in modo che formino la lettera V e col rimanente fatto in forma di lunetta stesa infine alle romboidi, la quale rassembri un mezzo circo, nel mezzo del quale si racchiuda un quadro, figura che per la simiglianza si domanda a forbice: e con altre figure composte le quali contengono in sé diverse specie d’angoli. Di modo che questi battaglioni sieno di figure così simplici, come di composte, non possano già mai formarsi senza servirsi degli angoli come a chiunque considera bene qualsivoglia figura di battaglione, ansi le file stesse de’ soldati in fra loro (che queste formano que’ medesimi angoli che le figure formate da loro) apparirà chiarissimo l’uso degli angoli.
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Ma quel che appartiene al modo di ordinar le file secondo i numeri determinati, acciò produchino le figure, che s’intende di formare, si lassarà considerare a que’ che esattamente insegnano l’arte militare e specialmente il modo di ordinar i battaglioni e d’accampar gli eserciti alla campagna; onde rimettendomi agli autori che ne trattano, e specialmente a Girolamo Maggi e all’autore del libro intitolato Il Vallo e a tutti quelli che n’hanno scritto, porrò fine a questo presente capitolo.
Nella Navigatoria
Cap. 20
Non è dubbio alcuno che chi riguarda bene l’arte del navigare vedrà chiarissimamente l’uso degli angoli per se stesso non le esser necessario; ma risultare dalle cose necessarie a tale arte. Perciochè dalla costitution de’ venti rispetto alla sfera del mondo e dalle linee formate dal movimento de’ Navilij, alle quali corrisponde la carta da navigare e la bossola, stromenti necessarissimi de’ naviganti, scaturisce l’uso degli angoli; poiché considerinsi venti in quanto formano le quarte e ‘n quanto costituiscono i rombi, sempre apparirà chiarissimo l’uso degli angoli; perciochè sì le quarte e sì i rombi non si formano senza angoli, considerinsi rispetto al centro del mondo dove concorreno o rispetto alla circonferenza che è tagliata ad angoli retti da ciascun vento; perciochè ogni vento forma una linea non retta; ma curva e più tosto circolare secondo

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