Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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21 XIII
22 XIV
23 XV
24 XVI
25 XVII
26 XVIII
27 XIX
28 XX
29 XXI
30 XXII
31 XXIII
32 XXIV
33 XXV
34 XXVI
35 XXVII
36 XXVIII
37 XXIX
38 XXX
39 XXXI
40 XXXII
41 XXXIII
42 XXXIV
43 XXXV
44 XXXVI
45 XXXVII
46 XXXVIII
47 XXXIX
48 XL
49 XLI
50 XLII
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26XVIII me allo agire della natura, e ſecondo
le Leggi inviolabili della Fiſica.
Ciò determinato adunque ne viene per
conſeguenza, che perchè rompaſi la Ca-
raffa, egli è neceſſario che dal corpicci-
uolo il qual’ entro le cade, ſia in qual-
che modo sfregiata, e per così dire nel-
la ſua parte interna e più fragile inco-
minciata a rompere.
E ſiccome ogni cor-
po quando non aveſſe un grandiſſimo
momento, o a cagione della ſua gran-
dezza, o a cagione di una ſtraordinaria
velocità non è capace o valevole a sfre-
giare e rompere la ſuperficie dei vetri,
così ne ſegue che non a tutti è dato il
poter rompere le noſtre Caraffe, come
l’ eſperienza ci inſegna.
Le romperanno
adunque coſtantemente, benchè in pic-
coliſſima mole, que’ corpi che per ſe-
ſteſſi ſono atti a tagliare il vetro;
ed
eccole per qual cauſa nè i

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