Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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11 III
12 IV
13 V
14 VI
15 VII
16 VIII
17 IX
18 X
19 XI
20 XII
21 XIII
22 XIV
23 XV
24 XVI
25 XVII
26 XVIII
27 XIX
28 XX
29 XXI
30 XXII
31 XXIII
32 XXIV
33 XXV
34 XXVI
35 XXVII
36 XXVIII
37 XXIX
38 XXX
39 XXXI
40 XXXII
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12IV a queſto mio penſiere, imperciocchè ol-
tre a varie facende che mi hanno non
poco e giuſtamente occupato, la ſplen-
didezza anch’eſſa di queſta Corte in cui
ho la fortuna di vivere, e la novità del-
le coſe le quali agli occhi miei, all’
Italia ſola finora avvezzi, ſi preſentaro-
no tutte in una volta, hanno fatto tale
ſpecie nell’ animo mio, che da queſto
buon volere lo hanno quaſi a forza di-
ſtolto, ed Auguſta ha prodotto in me
quello che già produſſe nell’animo dell’
immenſo noſtro Arioſto la nuova abita-
zione che intrapreſe ſu le rive della
ſtrepitoſa confluente della Turrita e del
Serchio;
potendo dire anch’io,
La novità del loco è ſtata tanta,
Che ho fatto come Augel, che muta gabbia,
Che molti giorni reſta, che non canta.
Tutto ripromettendomi adunque dalla
ſua bontà, della quale non lice a

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