Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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332308DELLA FORZA DE’ CORPI la religione, o la pietà, o la fede, non vi par’ egli,
che più toſto l’ acutezza deſiderino dei metafiſici,
che le eſperienze e le oſſervazioni degli altri?
E que-
ſta iſteſſa algebra, che tanto vi piace, e queſta mec-
canica, e queſta fiſica, quante volte, traendoci d’
una ragione in un’ altra, e ſalir faccendoci verſo i
principj ultimi, eſigon da noi e ricercano tanta
ſottigliezza, quanta apprendere non ſi potrebbe ſe
non dai metafiſici! I quali ſe entrar voleſſero in
quelle ricerche medeſime, e ripigliarſi tutte le qui-
ſtioni, che le altre ſcienze hanno loro involate,
quanto ſarebbon più ricchi! come queſta è della
forza viva, di cui tanto oggi s’ è ragionato:
la qua-
le era dei metafiſici, ſe non ſe l’ aveſsero i mate-
matici uſurpata.
Perchè vedete, quanto ingiuſta-
mente riprendano la metafiſica, come inutile, quel-
li, che togliendole le quiſtioni più utili, non le
laſciano ſe non le vane;
ſebbene queſte iſteſſe non
ſon così vane, come eſſi credono, e ſervono aſſai
ſovente, e fanno ſtrada alle non vane.
Ne è da diſ-
prezzar tanto la metafiſica, quanto alcuni fanno,
per cagione della oſcurità.
Quale ſcienza è, che
accoſtandoſi alle quiſtioni ſue più ſublimi, e più
ingegnoſe, e più belle, non ſia oſcura, o non di-
venga?
che ſe la metafiſica par tutta oſcura, ciò in-
terviene, perchè è tutta ingegnoſa, e tutta bella.
Sebbene qual coſa più chiara, e più manifeſta, e
più riſplendente dei principj metafiſici?
i quali
traggono prima a conſeguenze certiſſime, ſpargen-
dole di un chiariſſimo e maraviglioſo lume;

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