Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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8763LIBRO I. Si; riſpoſi, lo ſpazio è proporzionale al quadra-
to della velocità, ſe i corpi, che noi paragonia-
mo, ſieno gravi dello ſteſso genere di gravità,
come ſe ſieno due corpi terreſtri, che ſagliano
all’ insù;
i quali veramente ſcorreranno ſpazj pro-
porzionali ai quadrati di quelle velocità, con
cui cominciarono a ſalire.
Non così, ſe foſser
diverſi i generi delle gravità;
come ſe l’ un cor-
po foſse terreſtre, e ſaliſse all’ insù qui in terra,
l’ altro foſſe lunare, e ſaliſse all’ in sù nella lu-
na;
perchè voi troverete, che il corpo, che ſale
in sù nella luna, avendo ricevuto da principio
una certa velocità, ſcorre uno ſpazio aſsai mag-
giore, che non ſcorrerebbe qui in terra, aven-
do ricevuto la velocità medeſima;
laonde para-
gonando la falita del corpo terreſtre con la ſali-
ta del lunare, ſi troverà altra eſsere la proporzio-
ne degli ſpazj, altra quella dei quadrati delle ve-
locità.
Egli è male, diſse allora il Signor Marche-
ſe, che per trovar queſto paragone, biſogni andar
nella luna.
Potrebbe ritrovarſi lo ſteſso, riſpoſi io,
anche quì in terra, chi voleſse ſeguir piuttoſto
la verità, che le ipoteſi.
Perchè voi dovete ſape-
re, che ſecondo le eſperienze di molti graviſſi-
mi, e diligentiſſimi fiſici, gl’ iſteſſi corpi non
hanno già la ſteſsa gravità per tutta la terra, ove
che ſieno;
ma più ſi ſcoſtano dall’ equatore, e
più l’ hanno grande;
per la qual coſa ſe due cor-
pi ſagliono all’ insù, l’ uno più lontano all’ e-
quatore, e l’ altro meno, non ſarà già vero,

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