Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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153 riceuerà da noi quello, che pòtiamo dare, non quel-
lo, che ſi douerebbe.
Hauendola adunque traſcorſa
hò notato nel principio d´eſſa vna coſa, che mi è riu-
ſcita nuoua, cioè che il P.
Merſenno alla faccia 5. de
ſuoi Fenomeni Baliſtici dica, che il Signor di Fermat
habbia conſiderata la linea, che deſcriuerebbe il
graue cadente, ſuppoſto falſamente muouerſi la Ter-
ra, e che già molti anni ne ſia ſtata mandata la de-
moſtratione al Galileo.
Queſta coſa mi è riuſcito,
come hò già detto, nuoua, perche nè io tengo l´o-
pere del P.
Merſenno, nè mai l´hò vedute che alla
sfuggita.
Hò però gran piacere d´eſſermi accompa-
gnato in queſta ſpeculatione con huomo tanto fa-
moſo, qual´è ſtato il Sig di Fermat;
di cui ſe bene
non hò mai veduto coſa alcuna, hò però, è già molti
anni quando mi ritrouauo in Roma dall´Illuſtriſſi-
mo, e dottiſſimo Signor Michiel´ Angelo Ricci, e
poi ſucceſſiuamente da molti altri peritiſſimi Geo-
metri, vdito celebrarlo per ſoggetto realmente ſin-
golariſſimo.
Onde è mia gran ventura, ch´egli mi
habbia ad eſſere ſcudo contro li vigoroſi colpi del
Sig.
Borelli.
Ofred. Mà in gratia prima che habbiamo a ripa-
rarſi da queſti gran colpi, V.
S. mi reduca a memoria
il punto della queſtione, che paſſa trà lei, &
il Si-
gnor Borelli, della quale io per hora non bene mi
arricordo.
Matt, Supponiamo nel ſeguente Schema,

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