Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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248140OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Non ſarà nemmeno diſdicevole al noſtro aſſunto l’ aggiungere, per compimento dell’
eſpoſto
finora, anche l’ abuſo introdotto delle colonne ſpirali, tanto applaudite nella
moderna
Architettura, ma ſenza ſaper l’ eſſer loro, a che ſervir poſſano;
e perciò
s’
adoprano ſenza il menomo fondamento, o ragione, quando non furono mai meſ-
ſe
in uſo dalla ſolida e retta Antichità.
perchè lo ſpiritoſo Cavalier Bernino per
ſegnalarſi
ſopra gli altri penſaſſe a formarne quattro di maeſtoſa grandezza per ſo-
ſtenere
il baldacchino in San Pietro di Roma, valendoſi del metallo Corintio, che
era
nel portico del Pantheon per fonderle:
perchè il gran R affaello d’Urbino, ed
il
famoſo Rubens Pittori di ſommo grido uſaſſero tal maniera di colonnati nei loro
quadri
, dobbiamo prenderne norma ſu tale autorità di valercene negli Altari, come
ſe
ne veggiono varj in Roma, ed anche in Venezia nella Chieſa de’ Geſuiti, ove
ne
ſono ben dieci nell’ Altar Maggiore, che ſoſtengono una peſante cupola:
come
altresì
nella Chieſa di San Marcelliano veggionſene in quattro Altari.
L’uſo di ſiffat-
te
colonne introdotte più per accidente, che per naturalezza, e buona ragione, non
ha
in ſe ſolidità, forza di reale Architettura.
E di vero, ſe tali colonne ſpira-
li
ſon compoſte della ſteſſa altezza, che ſi alle ſchiette, e rette, certamente eſſen-
do
queſte attorcigliate, volendole eſtendere ſi prolungherebbero moltiſſimo, forman-
do
figura non più di colonna, ma di coſa eccedente d’ aſſai la ſua proporzione natu-
rale
:
quanto poi all’ uſo del ſoſtenere, è indubitato, che ha ſorza maggiore la colon-
na
dritta, che la torta, come ci detta la ſteſſa natura:
come allorchè s’abbia a ſoſte-
ner
qualche peſo non ſi adoprano legni torti, o curvi, poichè non hanno la forza
dei
piani, e dritti;
e la ſteſſa ragione ſi rileva nelle perſone date alla fatica, poichè
ha
ſempre più forza un uomo dritto e ben piantato, che un gobbo, o che abbia le
gambe
ſtorte:
tale è appunto anche l’ uſo delle colonne. E per non laſciare alcuna co-
ſa
ſenza la ſua oſſervazione, mi giova l’ aggiungere anche l’ opera d’ Architettura, e
di
proſpettiva del P.
Pozzi ſtampata in Roma l’anno 1700. nella cui ſeconda parte
vi
è poſto un Altare di capriccio con pilaſtri dritti al di dentro, e al di fuori altra
colonna
ſedente, e queſta ſoſtenente la cornice nello ſteſſo livello de’ pilaſtri.
La baſe
poi
della detta colonna ſedente non piomba ſotto il ſuo capitello, ma ſi dilata quan-
to
il ſedere la ſpinge in fuori, quantunque la medeſima ſia appoggiata al pilaſtro,
che
la ſeconda.
Vero ſi è, che ſe queſta ſi drizzaſſe, ſorpaſlerebbe di molto i pilaſtri,
e
porterebbe fuori la propria cornice, e la ſteſſa diverrebbe d’ eccedente miſura, e de-
formata
, come le accennate di ſopra.
attendere ſi dee in conto alcuno la ragio-
ne
, che adduce queſto Padre per difendere il ſuo bizzarro penſare, dicendo, che gli
Antichi
ſi valſero delle Cariatidi citate da Vitruvio, dimandando per qual neceſſità
debbano
ſtare in piedi, e diritte, e perchè non poſſano anche fare ſedendo l’ ufizio
loro
?
Ma ſe queſta non è incoerenza, non ſarà nemmeno, dice egli, che ciò poſ-
ſan
fare anche le colonne ſedenti, che ſon figura di quelle.
Ma non ſi è il buon
Padre
avveduto dell’ inganno, e della differenza, che dee trovarſi fra l’uomo, e la
colonna
.
Vero è, che l’uomo talvolta ſi pone a ſedere; e ſe ſi vedeſſero due ſtan-
do
in piedi d’ altezza uguale, e che poi uno ſi poneſſe a ſedere, certo il ſedente di-
verrebbe
di minore altezza, e di minor forza del compagno, e per poter eſſer a li-
vello
colla teſta dell’altro, biſognerebbe, che ſi poneſſe a ſedere ſopra un piediſtal-
lo
, che lo alzaſſe alla medeſima elevatezza, qualor doveſſe colla teſta di pari che il
compagno
ſoſtenere qualche filo, o dirittura.
Ma il P Pozzi francamente ſenza ve-
runa
conſiderazione propone una ragione, che anzichè difenderlo, lo condanna;
mentre ſe l’ uomo ſi pone a ſedere, lo fa, perchè è ſtanco, lo che non può mai
accadere
alla colonna, che non può mai ſtancarſi.

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