Angeli, Stefano degli, Seconde considerationi sopra la forza dell' Argomento fisicomattematico del Gio. Battista Riccioli contro il moto divrno della terra spiegato dal Michiel Manfredi nelle sue risposte e riflessioni sopra le prime considerationi

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9583 non diſcendeſſe ad vnirſi più con eſſo. E parimente, che chi
ſeparaſſe la maggior dalla minore, e la traſportaſſe in altro
luogo, mà non fuori della Sſera della ſua attiuità, che il mi-
nor pezzo abbandonarebbe il proprio luogo, e ſarebbe trat-
to dalla virtù del maggiore.
Chi diſcorreſſe in queſto mo-
do, non ſarebbe forſetanto fuori del veriſimile, mentre forſe
queſta noſtra Terra _eſt magnus Magnes_.
E nella Calamita
vediamo, che il maggiore tirr a à ſe il minore poſto dentro
la Sfera della ſua attiuità.
E ſe vniti vna volta, il maggio-
re ſia traſportato in altro luogo, ma pure dentro della sfera
della ſua attiuità, tirra parimente il minore à ſe.
Matt. Benche queſti ſiino diſcorſi di valenthuomini, nul-
ladimeno non li dica lei Sig.
Ofreddi, ſe non vuol eſſer bur-
lato.
Oltre che, chi n´ aſſicura che ne @ moto magnetico il
maggiore tirri à ſe il minore, e non più toſto queſto corra
ad vnirſi con quello per qualche bene, che ne riceua me-
diante queſta vnione?
E´ però ben vero, che mentre que-
ſta non ſi fà ſenza moto, e attione;
pare più ragioneuole at-
tribuire il muouere alla parte più valida.
Matt. Mà ſi potrebbe anco dire, che l´attione foſſe de
ambidue le parti;
cioè che tanto la maggiore traeſſe la mi-
nore, quanto queſta quella, ma che finalmente ſuperaſse
la maggiore, eſſendo la minore innabile à muouere la mag-
giore.
Così ſe ad vna fune foſſero attaccati vn huomo, &
vn ragazzo, vno ad vn capo, e l´altro all´altro, ſe bene il
ſanciullo tirraſſe l´huomo, nulladimeno, non lo mouereb-
be dal proprio luogo, mà ſarebbe tratto egli dalla maggior
forza.
Matt. Horsù tralaſciamo tutti queſti capriccij, li quali
non peſano vn zero, e paſſiamo al numero 46.
Cont. Dice in queſto, che l´infilzar inſieme due corpi
realmente diſtinti mobili da due principij vno intrinſeco,
l´altio eſtrinſeco, è fuori di propoſito.
Onde è fuori di
propoſito li eſſempii, ſe vno correndo portaſse perpendico-
lare vna Ciarabottana al piano dell´Orizonte, ſopra il qua-
le correſſe, e laſciaſce correr all´ingiù vna pallottola.

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