Tartaglia, Niccolò, La nova scientia de Nicolo Tartaglia : con una gionta al terzo libro

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42LIBRO aconoſcerla in materia, ma ſolamẽte allo intelletto è nota, & chíel ſia il ue
ro el ſe ſa che líangolo citenuto dalla corda, & da líarco del ſemicerchio È
tanto uicino a líangolo retto cheíl ni è poßibile ‡ coſtituir uno angolo acu-
to de linee rette che ſia piu uicino a líangolo retto di lui, ne ancora tanto ui
cino quanto lui (come ſi proua ſopra la.
15. del 3. de Euclide) ſeguita adon-
que che tai propoſitioni, ouer argumẽtationi ſempre ſe uerificano.
In quan
to al ſenſo in quel termine, ouer qualita media che giace fra due qualita ci
trarie in proprieta, ouer in effetti, cioè che egualmẽte participa di cadauna
di q̃lle.
Et ꝑ ni ſtar in vn ſolo eßẽpio pigliamo q̃ſt' altro. Il ſole girãdo citi-
nuamẽte ꝑ il zodiaco ne da alcune volte li giorni maggiori della notte, &
alcune altre nelli da minori.
Onde ꝑ le dette ꝓpoſitioni, ouer argumẽtatio-
ni ſeguiria che in alcun tẽpo, ouer luoco, ne doueſſe dar un giorno eguale al
la notte, laqual coſa eßẽdo vera ſe uerificara al ſenſo, et allíintelletto in q̃llo
tẽpo, ouer in q̃l loco medio fra li dui tẽpi, ouer luochi maßimamẽte citrarij
in tai effetti (liquai dui luochi maßimamẽte citrarij líuno ſi è il primo gra
da de cancer, è líaltro ſi è il primo grado di capricorno, ꝑche quando il ſole
intra nel detto primo grado de cãcer ne da il giorno piu lighißimo di la not
te che in niun altro luoco, ouer tẽpo, & quãdo intra in el primo grado di ca
pricorno ne da il giorno piu cortißimo di la notte, che in niun altro luoco.

Ma il pito medio fra q̃ſti dui eſtremi in effetto citrarij líuno ſaria il primo
grado di ariete e líaltro il primo grado de libra.
) Ma ſe la detta argumẽta-
tione in q̃sto caſo ſara mẽdace.
Dico che ſimilmẽte la ſe veriſicara ãcora lei
(in quãto al sẽſo) in li preditti luochi medij come citinuamẽte uedemo che
quãdo il ſole intra in vn di dui p̃ditti luochi il giorno ſe eguaglia alla notte,
& ſe pur non ſe egualia ꝑfettamẽte (come approua) & bene (il Reuerẽdiſ-
ſimo Cardinal Signor Pietro de Aliaco in la ſeſta queſtione ſopra uan di
Sacrobuſto) tal differẽtia è inſenſibile.
Hor tornãdo adique al noſtro ꝓpoſi
to.
Perche euidentemẽte ſapemo che ſe vn corpo egualmẽte graue ſara eiet
to, ouer tirato uiolẽtemẽte ꝑ il pian de líorizite quel andara a terminare il
ſuo moto violẽte piu ſotto a líorizite che in qualunque modo eleuato, ma ſe
lo andaremo elleuãdo pian piano ſopra a líorizite ꝑ vn tẽpo andara termi
nãdo il detto ſuo moto uiolẽte pur ſotto a líorizite, ma citinuãdo tal eleua
tione euidẽtemẽte ſapemo che a tẽpo terminara di ſopra al detto orizite,
& poi quãto piu ſe andara eleuãdo tãto piu andara a terminare piu in al-
to (ideſt piu lontano del detto orizite) e finalmẽte giongẽdo alla ꝑpendico-
lare ſopra al orizite (cioè che tal ſuo moto, ouer trãſito ſia retto ſopra a lío
rizite) quel terminara piu in alto ouer piu lontan di ſopra del detto piano
del orizite che in qualunque modo elleuato.
Onde ſeguiria per le antedette
propoſitioni, ouer argumentationi, che gli ſia una elleuatione coſi ciditio-
nata cheíl debbia far terminare preciſamẽte in el proprio piano del orizi-
te, laqual argumẽtatione eſſendo vera ſe verificara realmente al ſenſo an-
cora al intelletto in quella eleuatione che è media fra quelle due maßima-
mẽte citrarie in terminatione (cioè fra q̃lla che è ꝑ il piano del orizonte e
q̃lla che è retta ſopra al orizonte, ꝑche líuna fa andare a terminare il det

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