Drachio, Baldissera Quinto, Visione , 1594
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42v//3r il quale appressatosi mi salutò dicendomi: «Ove diletto mio discepolo ti vedo hora?Che strano et sinistro accidente qui t’ha condottoPreso io all’hora animo dalla presenza di tant’huomo, chinando il capo come solito gli fui et piangendo, risposi: «‘L voler dell’AltissimoSi fermò lui et fece ancor me fermare al piede d’un alto monte et nel cavo d’un antica quercia fatta del tutto arida et adusta del suo natural humor, et poi scopertasi la testa si sentò in terra facendomi sedere a canto di lui.Quivi, aperto uno coffaneto coperto di verde panno che sotto ‘l manto tenea, trasse da quello una lucida pietra che in quelle tenebre luminoso splendore facea, et così a dire cominciò: «Drachio, carissimo mio, sappi certo che Iddio al qual mandi caldi sospiri qui ti ha guidato acciò tu possi ritrovar rimedio alli tuoi affanni, e spero che se alle mie parole presterai fede tu sarai lieto mentre qui haverai vita, so in cui potevi incontrarti che in tanti tuoi travagli conforto maggiore ti porgesse.Io son il tuo precettore, io son quello che tanto ti amai, et hora instruir ti voglio nella cognitione delle ragioni fabricatorie delle galee, poiché, s’io non m’inganno, crederò che le passioni quali hai sofferte ti habbi fatto svanire quelle che già da me apprendesti.

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