Questa infatti è la conclusione a cui giunge il discepolo di quel
Socrate, che fu udito dire più volte aver nello studio della storia
naturale trovato piuttosto da perdere che da guadagnare. Così stando
appunto le cose, quale speranza possiamo dunque aver noi di veder
la Filosofia sperimentale spuntar su dalle verdeggianti aiuole del
l'Accademia? I nostri lettori perciò, che attendono curiosi la risposta,
dovrebbero rammemorarsi come noi dicemmo, ne'principii del no
stro Discorso, che la filosofia platonica rappresenta quel primo stato
della mente dell'uomo, in cui, degli oggetti creati ella apprende
le prime notizie, piuttosto per via delle forme geometriche, che per
la materiale impressione del senso. D'onde si può comprendere,
che se quella Filosofia non introduce nell'arte sperimentale, e anzi
la ripudia reputandola non solo inutile, ma, che è peggio, dannosa;
vi sostituisce però un'altr'arte che la precede e che è, o dovrebbe
essere il fondamento di quella, essendo certissima legge che gli og
getti si conoscono prima per la forma e poi per materia. Platone
insomma non introduce nella fisica, ma in quella che può chiamarsi
matematica della fisica.
Socrate, che fu udito dire più volte aver nello studio della storia
naturale trovato piuttosto da perdere che da guadagnare. Così stando
appunto le cose, quale speranza possiamo dunque aver noi di veder
la Filosofia sperimentale spuntar su dalle verdeggianti aiuole del
l'Accademia? I nostri lettori perciò, che attendono curiosi la risposta,
dovrebbero rammemorarsi come noi dicemmo, ne'principii del no
stro Discorso, che la filosofia platonica rappresenta quel primo stato
della mente dell'uomo, in cui, degli oggetti creati ella apprende
le prime notizie, piuttosto per via delle forme geometriche, che per
la materiale impressione del senso. D'onde si può comprendere,
che se quella Filosofia non introduce nell'arte sperimentale, e anzi
la ripudia reputandola non solo inutile, ma, che è peggio, dannosa;
vi sostituisce però un'altr'arte che la precede e che è, o dovrebbe
essere il fondamento di quella, essendo certissima legge che gli og
getti si conoscono prima per la forma e poi per materia. Platone
insomma non introduce nella fisica, ma in quella che può chiamarsi
matematica della fisica.
Egli è infatti, il filosofo atienese, gran maestro di Geometria.
Fiorirono nella scuola di lui Aristeo, Eudossio, Mnecmo e Dinostrato,
i quali riuscirono a dar la soluzione de'due più difficili problemi,
che fossero proposti alla geometria: la duplicazione del cubo e la
trisezione dell'angolo. Alla scuola di Platone appartengono pure i
due più insigni maestri che abbia avuto, e in così lungo decorrere
di secoli, abbia tuttavia la scienza, Euclide e Archimede.
Fiorirono nella scuola di lui Aristeo, Eudossio, Mnecmo e Dinostrato,
i quali riuscirono a dar la soluzione de'due più difficili problemi,
che fossero proposti alla geometria: la duplicazione del cubo e la
trisezione dell'angolo. Alla scuola di Platone appartengono pure i
due più insigni maestri che abbia avuto, e in così lungo decorrere
di secoli, abbia tuttavia la scienza, Euclide e Archimede.
Tratteniamoci a consïderare un poco il sublime aspetto e la
maestà veneranda del nostro Siracusano. Egli è la prima splendida
apparizione, e la rappresentazione più viva di ciò che fosse l'arte
sperimentale in Italia nel III secolo prima di Gesù Cristo. Il disco
pritore del furto dell'oro nella corona del rè Gerone, l'incendiatore
delle navi di Marco Marcello, il taumaturgo, che per mezzo di una
semplicissima leva si dà vanto di poter commuovere la terra e il cielo,
passa per il primo gran fisico sperimentale che abbia avuto l'Italia,
e perciò non sembra che possa essere uscito Archimede dalla scuola
matematica di Platone.
maestà veneranda del nostro Siracusano. Egli è la prima splendida
apparizione, e la rappresentazione più viva di ciò che fosse l'arte
sperimentale in Italia nel III secolo prima di Gesù Cristo. Il disco
pritore del furto dell'oro nella corona del rè Gerone, l'incendiatore
delle navi di Marco Marcello, il taumaturgo, che per mezzo di una
semplicissima leva si dà vanto di poter commuovere la terra e il cielo,
passa per il primo gran fisico sperimentale che abbia avuto l'Italia,
e perciò non sembra che possa essere uscito Archimede dalla scuola
matematica di Platone.
Considerando però più sottilmente, si troverà che l'abito del
Siracusano non differisce in nulla dal pallio del filosofo atienese.
Così l'uno come l'altro tengon dietro alle forme dei corpi, e non
vogliono avvilir l'ingegno dietro alla loro materia. Questa nota del
l'ingegno archimedeo è posta in piena evidenza da ciò che ne scrive
Siracusano non differisce in nulla dal pallio del filosofo atienese.
Così l'uno come l'altro tengon dietro alle forme dei corpi, e non
vogliono avvilir l'ingegno dietro alla loro materia. Questa nota del
l'ingegno archimedeo è posta in piena evidenza da ciò che ne scrive