Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1tuum in diversa abeuntium: quo enim acutiorem angulum constituunt, eo
longius
provehitur mobile, ut, AB,
AC
(fig.
132) in acutum angulum
coeuntibus
, mobile ex A in D ve­
nit
, quo vero obtusior fuerit angu­
lus
, eo etiam brevius est iter ipsius
mobilis
.... ut ipsa motuum natura
323[Figure 323]
Figura 132.
postulat
, qui nimirum sibi invicem magis adversantur, magisque in diversa
abeunt
, se magis elidunt (Mechanic., libri cit., pag.
103, 4).
Vitale Giordano, pubblicando in Roma nel 1687 una sua dissertazione
sopra
questo argomento, dop'aver nell'avvertenza detto al Lettore essere il
fine
del suo discorso quello di rispondere all'Autor dell'Esegesi fisico ma­
tematica
De momentis gravium, soggiunge: “ Existimavit quidam non modo
subtilem
Anonymi doctrinam hoc sophismate laborare, quod in ea compo­
nantur
momenta gravium per additionem, cum sint revera componenda per
multiplicationem
, verum etiam Isaacum Barrow ac R. P.
Casatum sibi adsti­
pulari
.
Aveva il Casati, nel sopra citato capitolo della sua Meccanica, scritto
queste
precise parole: “ Re autem ipsa quod ex iis componitur momentum,
non
ex ipsorum momentorum additione conflatur, sed ex ipsis temperatur
(pag.
103). Se dunque non per addizione, vollero concluderne i disputanti,
per
moltiplicazione si compongono i momenti, non badando a quel che di
più
importante era negli insegnamenti del Matematico piacentino, il quale,
dopo
avere affermato che il momento della resultante non è uguale alla
somma
delle componenti, soggiunge sed ex ipsis temperatur, andando nella
diagonale
del parallelogrammo.
Il Giordano, pregato da'suoi scolari, tota ferme Europa longe dissitis,
a
volere, in grazia loro e per utilità della Repubblica letteraria, pronun­
ziare
la sua sentenza, dimostrò, benchè con falsi teoremi, che non si pote­
vano
per moltiplicazione comporre i momenti, e che in tale assurdo non in­
corse
il Casati, per le opere del quale attentamente leggendo, “ nusquam
inveni
verbum quod eo spectet, ut momenta gravium componantur per mul­
tiplicationem
(Dissert.
cit., pag. 4): quel che però più importava non seppe
nemmen
egli, il Giordano, come gli altri, intendere il significato del tempe­
rarsi
i momenti nella diagonale del parallelogrammo, prevalersi perciò
di
quella dottrina, unica efficace a rispondere ai paralogismi del Vanni, che
era
il fine del discorso, scritto dal professore nell'Archiginnasio romano.

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