1quando l'autorità del Newton, e le insistenze del Varignon riuscirono final
mente a persuadere i Matematici di ciò, che avevano praticato Leonardo, lo
Stevino e altri pochi, in così eletto modo però che il Casati stimò essere a
tutti notissima la Regola del parallelogrammo. “ Notum omnibus est mo
tum, qui ex AB et AC (nella precedente figura) componitur, non fieri ex
earum additione, sed temperari ad lineam AD, quae dimetiens est paralle
logrammi, quod ex earumdem linearum AB, AC longitudine, ac mutua in
clinatione, formam desumit ” (Mech., pag. 103).
mente a persuadere i Matematici di ciò, che avevano praticato Leonardo, lo
Stevino e altri pochi, in così eletto modo però che il Casati stimò essere a
tutti notissima la Regola del parallelogrammo. “ Notum omnibus est mo
tum, qui ex AB et AC (nella precedente figura) componitur, non fieri ex
earum additione, sed temperari ad lineam AD, quae dimetiens est paralle
logrammi, quod ex earumdem linearum AB, AC longitudine, ac mutua in
clinatione, formam desumit ” (Mech., pag. 103).
Veniva di qui, contro la seconda proposizione meccanica del IV dialogo
di Galileo, solennemente confermata quella sentenza di condanna, pronun
ziata già dal Mersenno, e il dilemma famoso del Vanni, intorno a cui suda
rono inutilmente un Leibniz e un Viviani, si sapeva sciogliere oramai da
chiunque avesse nelle scuole matematiche appresi i primi elementi.
di Galileo, solennemente confermata quella sentenza di condanna, pronun
ziata già dal Mersenno, e il dilemma famoso del Vanni, intorno a cui suda
rono inutilmente un Leibniz e un Viviani, si sapeva sciogliere oramai da
chiunque avesse nelle scuole matematiche appresi i primi elementi.
Mentre che i Matematici si travagliavano così affannosamente, come ap
parisce dai fatti narrati, per salvar la verità del teorema, dimostrato già dal
Tartaglia, contro chi veniva nella Meccanica a rinnovellare gli errori del Car
dano; s'insorgeva con altri sofismi a turbar la pace della scienza, preso ar
dire dall'esempio del Vanni. Il Cartesianismo, dominante nella Scuola fisico
matematica napoletana, suggerì a Luc'Antonio Porzio una nuova costruzione
meccanica, riguardando i perpendicoli non
paralleli, come comunemente si fa, ma quali
sono in realtà convergenti al centro ter
restre, secondo che il Cartesio stesso sem
pre scrupolosamente osserva nel descriver
gli effetti delle Macchine. Essendo così, non
è vero, diceva il Porzio, ciò che insegna il
Maestro che, se cioè CA (fig. 133) è dop
pia di CB, per far salire il peso sul piano
324[Figure 324]
parisce dai fatti narrati, per salvar la verità del teorema, dimostrato già dal
Tartaglia, contro chi veniva nella Meccanica a rinnovellare gli errori del Car
dano; s'insorgeva con altri sofismi a turbar la pace della scienza, preso ar
dire dall'esempio del Vanni. Il Cartesianismo, dominante nella Scuola fisico
matematica napoletana, suggerì a Luc'Antonio Porzio una nuova costruzione
meccanica, riguardando i perpendicoli non
paralleli, come comunemente si fa, ma quali
sono in realtà convergenti al centro ter
restre, secondo che il Cartesio stesso sem
pre scrupolosamente osserva nel descriver
gli effetti delle Macchine. Essendo così, non
è vero, diceva il Porzio, ciò che insegna il
Maestro che, se cioè CA (fig. 133) è dop
pia di CB, per far salire il peso sul piano
324[Figure 324]
Figura 133.
ci voglia la metà della forza, necessaria a
ritirarlo in su per il perpendicolo, perchè,
sottilmente ragionando, quella proporzion
tra la forza e il peso trovasi alquanto di
versa da quella, che nelle sue Meccaniche
assegna il Cartesio. Il ragionamento era
tale qual si può argomentare dalla seguente
nota dell'Autore:
ci voglia la metà della forza, necessaria a
ritirarlo in su per il perpendicolo, perchè,
sottilmente ragionando, quella proporzion
tra la forza e il peso trovasi alquanto di
versa da quella, che nelle sue Meccaniche
assegna il Cartesio. Il ragionamento era
tale qual si può argomentare dalla seguente
nota dell'Autore:
“ Nel piano, secante o tangente la Terra
DCE (fig. 134), sia AB secante o tangente
un cerchio massimo, alla quale, dal centro
C, si tiri la perpendicolare CD. Egli è ma
nifesto che, se altra sfera I sia collocata
sopra varii punti del piano già detto, e in
modo che sempre AB sia tangente di un
certo cerchio massimo IH, quando questa
325[Figure 325]
DCE (fig. 134), sia AB secante o tangente
un cerchio massimo, alla quale, dal centro
C, si tiri la perpendicolare CD. Egli è ma
nifesto che, se altra sfera I sia collocata
sopra varii punti del piano già detto, e in
modo che sempre AB sia tangente di un
certo cerchio massimo IH, quando questa
325[Figure 325]
Figura 134.