Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
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299
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dell'esperienza, ed essendo, anche per le grandi città, così fatte torri assai
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/>
rare, avrebbe dovuto Galileo nominar quella, ch'ei trovò meglio accomodata
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lb
/>
al bisogno. </
s
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s
>Pure, non passando per la mente al Riccioli il possibile uso dei
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lb
/>
piani inclinati, non seppe rimoversi dal suo primo supposto, che cioè fossero
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lb
/>
quelle galileiane osservazioni fatte nelle cadute perpendicolari, le quali, per
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lb
/>
ciocchè sembravano men difficili a contrassegnar lungo il muro della torre
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/>
secondo i vari intervalli, di quel che non fosse difficile aggiustar le lun
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/>
ghezze ai pendoli; al tempo di questi, “ non exacto ad primi mobilis tem
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/>
pus, et fixarum transitum per medinm coeli ” (ibid.), volle esso Riccioli at
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/>
tribuir piuttosto gli sbagli nelle esperienze di Galileo. </
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s
>I dialoghi Delle due nuove scienze, attentamente considerati, avrebbero
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/>
potuto servire all'Autore dell'Almagesto nuovo di commento, per fargli in
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/>
tendere perchè Galileo non nominasse la torre, che non era necessaria, e
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/>
come si potesse con facilità, e senza punto pregiudicare alla precisione delle
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/>
esperienze, far uso di una palla di cento libbre. </
s
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s
>Avrebbe congetturato in
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/>
somma che quella palla di ferro si faceva, in una comoda stanza a pian ter
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/>
reno, su un lungo regolo leggermente inclinato, risalir, per poi lasciarla
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/>
scendere, con tal debole impulso, da non eccedere, benchè così grave di cento
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/>
libbre, le forze muscolari di un Filosofo. </
s
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p
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s
>Dal tempo delle scese del grave lungo il piano inclinato si poteva ar
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lb
/>
gomentare il tempo della scesa nel perpendicolo, o per via del teorema terzo
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/>
del terzo dialogo Delle due nuove scienze (Alb. </
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s
>XIII, 179) o anche meglio,
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lb
/>
per via di un altro teorema, che, sebben non si trovi fra gli altri dimo
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/>
strato nel dialogo ora detto, formulavasi così dallo stesso Galileo nel suo
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/>
primo trattato manoscritto: “ Si ex eodem puncto horizontis ducatur per
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/>
pendiculus et planum inclinatum, et in plano inclinato sumatur quodlibet
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/>
punctum, a quo in plano perpendicularis linea usque ad perpendiculum pro
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/>
trahatur; lationes in parte perpendiculi, inter horizontem
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/>
et occursum perpendicularis intercepta, et in parte plani
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/>
inclinati inter eamdem perpendicularem et horizontalem
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/>
intercepta, eodem tempore absolvuntur ” (MSS. Gal., P. V,
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/>
T. II, fol. </
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s
>180). </
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>
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>S'immagini essere AC (fig. </
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<
s
>139) la lunghezza del de
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/>
clivio sul quale sia stato trovato scendere un grave in un
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lb
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s
>Figura 139.
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/>
tempo già misurato: per sapere a qual punto, pur par
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/>
tendosi da C, sarebbe lo stesso grave sceso nel perpendi
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/>
colo in quel medesimo tempo, “ tirate, insegna così a fare
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lb
/>
il Salviati al Sagredo, da A la perpendicolare sopra la CA,
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lb
/>
prolungando essa e la CB fino al concorso in D: quello
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/>
sarà il punto cercato ” (Alb. </
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s
>I, 32). </
s
>
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>
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p
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main
">
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s
>Questo solo senz'altro sarebbe stato sufficiente per computare il tempo,
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/>
che spenderebbe una palla di artiglieria a scendere infino a noi dal mondo
<
lb
/>
della Luna, ma Galileo, per pigliare a fondamento della sua costruzione un
<
lb
/>
dato sperimentale più specioso, volle ridurre la distanza DC alle cento brac-</
s
>
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p
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chap
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archimedes
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